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CIRCOLO ACLI MONTEMAGNO DI QUARRATA (PISTOIA). LA DIMENSIONE RICREATIVA INTRECCIA QUELLA DELLA PROMOZIONE SOCIALE, CULTURALE, AMBIENTALE E POLITICA NELLO STORICO “PILASTRO” DELLE ACLI A MONTEMAGNO

Montemagno è una piccola frazione collinare, alle pendici del Montalbano, dall’atmosfera quieta, lontana dalla confusione dei centri urbani. Lo sa bene Marcello Bracali, classe ’46 e diversi anni di impegno nelle Acli, dove, a soli diciannove anni, andò incontro alla sua prima esperienza di responsabilità nel Circolo di Montemagno. Ha assistito alla costruzione delle sede e ricorda le battaglie di quel periodo un po' turbolento….così lo rammenta:

la nascita del Circolo risale a diversi anni prima che io mi assumessi qualunque compito in questo ambito. C’è una dichiarazione sostitutiva che si riferisce al ’58, l’unico documento di cui io abbia memoria. Discutendone con qualcuno, che ha parecchi anni più di me, mi riferisce che durante il periodo del programma televisivo “Lascia e raddoppia”, il Circolo poteva contare sulla sala piena e di televisioni in giro non ce ne erano poi molte. Quindi nel ’56 era presente. Si trovava in una struttura costruita ex novo, su un terreno di proprietà della parrocchia, donato dalla fattoria “Poggi Banchieri” del Santo Novo, una frazione limitrofa di Montemagno. Fu messa in piedi una sorta di “scuola di muratori”, ovvero un cantiere di lavoro per l’addestramento e la formazione dei giovani muratori, con i contributi economici della parrocchia e dei soci. Per loro merito, fu costruito un edificio destinato già alla sede del Circolo: così era nelle intenzioni di chi aveva organizzato questi movimenti. Precedentemente, c’era un ambiente di ritrovo molto alla buona in una casa disponibile, ma non sappiamo di più.

Io sono dell’anno ’46 e mi ricordo che da ragazzi questo era l’unico punto di ritrovo, un ambiente di socializzazione della frazione, dove potevi iniziare ad assumerti qualche responsabilità, e sono stato coinvolto io in questo modo. Sono stato tirato dentro nel mondo del Circolo Acli all’età di 19 anni, mi coinvolsero in modo più attivo perché alle Acli di Pistoia ero nel giro di Gioventù aclista. Pistoia in quegli anni era un po' una punta avanzata della Chiesa, dei cattolici di sinistra diciamo. In seguito, andammo incontro al problema della cosiddetta “scissione”, che ebbe luogo proprio in quegli anni. Nacque così MOCLI (Movimento Cristiano dei lavoratori italiani) e poi MCL (Movimento Cristiano Lavoratori) e molti circoli della zona si allontanarono dalle Acli. Il nostro Circolo di Montemagno fu tra i pochi che rimase saldamente nelle Acli, ma non senza una vivace battaglia in assemblea di Circolo. Io all’epoca ero presidente e mi opposi fermamente al tentativo di uscire dalle Acli, come era successo per quelli che io definisco “all’ombra del campanile”, cioè vicini alla parrocchia. Noi siamo nel terreno della parrocchia, ma indipendenti perché la sede è cosa diversa dall’edificio parrocchiale. A quei tempi nell’edificio del Circolo era presente anche un ambulatorio medico di famiglia e anche un ufficio postale. Quando il locale fu completato, l’ufficio postale trovò qui da noi la sua sede, ma nel tempo fu oggetto di tentativi di soppressione, da parte della dirigenza delle poste pistoiesi. Non potendo affidarci ad un numero elevato di servizi, ritenemmo che l’ufficio fosse importante e come Circolo, coinvolgendo la popolazione locale, ci mobilitammo in una lotta in cui ottenemmo ragione, salvando l’ufficio postale.

Io ho svolto il compito di assessore per tre mandati consecutivi e dall’89 mi sono un po' allontanato e adesso sono stato nuovamente chiamato a ricoprire l’incarico di presidente del Circolo.  Mi sono chiamato fuori dall’impegno amministrativo politico. Nella debolezza e scarsità di energie e di giovani disponibili si prova, facendo fatica, ma cercando di fare quello che si può.

Di cosa si occupa il vostro Circolo, quali caratteristiche sono riconoscibili?

Da molti anni, quello che si cerca di fare è dare un impulso al filone della promozione culturale, sociale e politica, nel modo di fare azione sociale sul territorio. Inoltre, attività di carattere ricreativo e di promozione delle eccellenze locali. Queste sono le nostre peculiarità che decliniamo attraverso azioni diverse.

Ad esempio, ricordo la nostra preziosa e ormai tradizionale sagra del “vin novo”, che ospita l’esposizione dei prodotti di tre o quattro produttori locali di vino e olio. Produttori che sono agricoltori della zona che ospitiamo, allestendo delle tensostrutture all’esterno per promuovere prodotti tipici come il castagnaccio, le frugiate e il necci (crespelle con farina di castagne) e altro; all’interno del Circolo predisponiamo per offrire l’assaggio di vino e olio. A giugno si faceva una sagra della zona per promuovere le eccellenze del Montalbano. Noi di Montemagno siamo sul crinale, sul versante Nord-est del massiccio di Montalbano, nell’area pistoiese-fiorentina e polese; quindi, un contesto che dal punto di vista ambientale ha particolarità di eccellenza. Poi sul versante a Sud, c’è Vinci dove è nato Leonardo, pertanto abbiamo una serie di riferimenti importanti storici risalenti ai Medici e al parco mediceo, una riserva con la villa. Insomma, ci troviamo in un ambiente dal rilevante impatto storico.

La dimensione ricreativa si intreccia a quella della promozione sociale e culturale e con un’altra associazione culturale, organizziamo un concorso per l’olio prodotto localmente, questa è un’idea partita da questa associazione. Abbiamo voluto attivare una collaborazione con loro e, tuttora, offre i suoi frutti. In aggiunta a questo, nelle nostre proposte è possibile trovare anche l’organizzazione di visite guidate alle ville medicee, oppure alle chiese medievali sul Monte Albano, insomma luoghi anche con emergenze storiche.

Altre iniziative, nostro malgrado, interessano avvenimenti spiacevoli legati alle emergenze alluvionali, come quella pesante dell’ultimo novembre, che ha prodotto da noi delle frane provenienti dalla collina, dai versanti dei corsi d’acqua che in quell’occasione hanno provocato molti danni. In tale circostanza, decidemmo di destinare gli introiti della sagra del vin novo a questa causa, impegnandoci anche nella raccolta di fondi per sostenere le famiglie provate dall’emergenza. Quarrata, tra l’altro, è stato il secondo comune in Toscana che ha registrato maggiori danni, non solo sulla collina, ma anche la pianura è stata devastata dall’alluvione. Questo impegno per la tutela del territorio lo abbiamo perseguito anche attivando delle assemblee pubbliche, in collaborazione con l’amministrazione comunale, coinvolgendo tecnici, dirigenti del settore forestale della Regione. Grazie alla spinta offerta dall’ultima assemblea organizzata si sta per procedere in direzione di un’azione concreta per la manutenzione del bosco, un ambiente abbandonato da tanti anni. Questo degrado che interessava anche larga parte delle superfici coltivate a vite e ulivo, ha portato all’abbandono delle terre di produzione agricola dell’area collinare.

Un altro versante di impegno per noi riguarda gli aspetti di carattere generale e più politico. Organizziamo incontri e seminari di approfondimento e sensibilizzazione: uno ha riguardato l’enciclica del Papa, sulla Laudato sì e sulla Laudato deum. Ci siamo occupati anche delle riforme istituzionali e costituzionali; abbiamo già fatto diversi incontri sulle proposte avanzate nel tempo e più di recente quella del governo Meloni, promuovendo un confronto pubblico sulle diverse posizioni. Non sono mancati incontri sul presidenzialismo e sull’autonomia differenziata.

Ci aggiriamo intorno ai 100 soci, coinvolti nelle nostre attività delle gite e dei soggiorni anche all’estero, che, con impegno, abbiamo portato avanti nel tempo. Eppure, sul piano economico era importante il movimento che derivava dall’organizzazione delle gite e abbiamo costituito un Cta Acli, noi non riuscivamo a portarlo avanti. Nel consiglio siamo in 8 persone e solo 4 o 5 sono più impegnati, ma cerchiamo di mantenere anche il bar aperto.

Quali rapporti con il mondo Acli?

Ho fatto anche io il presidente in passato delle Acli, nella nostra “periferia”, ed è evidente che ci troviamo in una realtà dove il movimento si è indebolito parecchio nel tempo, trovando anche pochi sostegni. Tommaso Braccesi, adesso si sta dando da fare e si spera si possa rilanciare le Acli. Qualche iniziativa c’è stata con discreto riscontro, sempre alla ricerca di collaborazioni esterne. Questo lo facciamo anche noi al Circolo, è una strategia importante, non si può andare soli e dobbiamo restare aperti e disponibili verso altre realtà. Si è tentato di coinvolgere anche i circoli MCL e Arci, attraverso la realizzazione di un percorso di formazione socio-politica: dal punto di vista della qualità fu notevole, ma sotto il profilo dei partecipanti, non ci furono grandi affluenze. Abbiamo provato a seminare. Ho avuto occasione di dire anche ai dirigenti Acli nazionali che un tempo coglievo maggiore coraggio. Poi bisogna riconoscere che ci sono più distrazioni e meno disponibilità all’impegno da parte delle persone, in linea generale, e ne risentono le Acli nel loro complesso.