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Il circolo Acli Insieme per Paganica (L'Aquila). Sensibilità ambientale, spirito aggregativo al crocevia tra tre frazioni di Montereale

Punto di incontro di tre frazioni nel Comune di Paganica di Montereale, in provincia de L’Aquila, il Circolo Acli “Insieme per Paganica” mostra nel nome la volontà di riunire le persone, di farle sentire parte di un territorio fatto di relazioni e spazi di comunanza. Un’esperienza relativamente giovane quella del Circolo aquilano, così ce la descrive Fabio Guarnieri, forza trainante del Circolo: 

“eravamo riuniti in associazione già nel 2013 e poi, nel 2014, ci siamo affiliati alle Acli. Potremmo dire in effetti che nasciamo nel 2014 e ormai, da circa dieci anni, siamo con le Acli, rinsaldando una collaborazione produttiva. Ci siamo avvicinati per via di alcune conoscenze nel direttivo, perché ritenevamo fosse il momento di strutturarci meglio, nei confronti dei soci, per il tesseramento, ecc. Nelle nostre intenzioni c’era anche quella di aprire un bar con mescita, su cui stiamo ancora lavorando, per una questione di permessi. 

Quale è la configurazione territoriale dove il Circolo svolge le sue attività, quali caratteristiche ha?

La nostra è una particolare collocazione. All’interno del vasto comune di Paganica di Montereale ci troviamo al crocevia di tre frazioni denominate Colle Paganica, Castel Paganica e San Giovanni Paganica. Il Comune è vasto e piuttosto dispersivo, comprende se non sbaglio più di 26 frazioni. Ad esclusione dei grandi eventi, che organizziamo qui da noi, per i quali le persone si spostano, arrivando anche da molto lontano, dovevamo ragionare sulle frazioni a noi vicine, attivando iniziative per aggregare le persone intorno; quindi, le tre fazioni a cui accennavo. Per fare un esempio, la festa dei nonni che, di solito, realizziamo a fine anno ha coinvolto una cinquantina di anziani e noi abbiamo pensato a questa attività nella consapevolezza di poter raggiungere le nostre tre frazioni, anzi è rivolta esclusivamente a loro. Mentre per la degustazione della matriciana, realizzata in prossimità dell’estate, in collaborazione con un’Associazione di Amatrice che viene sul posto, si raccolgono partecipanti da tutti i paesi e anche dall’Aquila. Il Comune di Montereale non è un corpo unico, ci saranno circa 20 associazioni attive sul territorio. 

Con quali finalità nasce l’idea di questo Circolo?

Il nostro è stato da subito un bisogno aggregativo, mettendo in piedi delle iniziative, o piccole attività che potessero rappresentare una risposta sociale alle necessità della collettività, in particolare quella di ritrovarsi.

Il Comune ci ha messo a disposizione i locali di una ex scuola, con annesso giardino esterno. Stiamo rinnovando il contratto che prevedeva, fino ad ora, il pagamento di un affitto; ora questa quota viene scomputata dal costo delle pulizie che svolgiamo nelle piazze delle tre frazioni in cui ci troviamo, in occasione di feste o manifestazioni di paese, ecc. A breve, nel piazzale antistante al Circolo dovremmo riuscire ad aprire un parco giochi destinato a tutti i bambini della zona. Dovevamo partire per l’estate, anche con la mescita, ma il comune proroga il rinnovo del contratto per questioni burocratiche e quindi non possiamo neanche avviare il parco giochi. L’iniziativa del parco è partita da noi, nel momento in cui questa necessità è stata espressa da tutte e tre le frazioni a cui facciamo riferimento, ma non si riusciva a trovare uno spazio dove collocarlo. Noi con l’associazione abbiamo i servizi igienici, abbiamo tutto a norma e un piazzale molto grande di circa 200 mq; quindi, abbiamo messo a disposizione gratuitamente lo spazio, con l’accordo che i paesi potessero poi rifornirlo di giochi. Si parlava di questo bisogno da più di dieci anni e noi volevamo intervenire per la realizzazione di un bene a vantaggio di tutta la collettività.

Eravamo partiti anche con i servizi di Caf e Patronato, ma nel tempo per via dei nostri impegni non siamo riusciti a consolidare, ma ancora ci occupiamo della raccolta pratiche, che poi consegniamo al provinciale per la lavorazione.

Parlavi di un certo numero di realtà associative presenti nel vostro territorio, avete dei legami delle collaborazioni stabili?

Sì, infatti, non sono poche per un Comune come il nostro e ciascuna però opera per la propria frazione, ogni festività è curata individualmente. Non posso dire ci sia uno spirito di stretta collaborazione, se escludi i grandi eventi, per cui ci accorda e si trova un modo per lavorare in comune. Qui nel nostro territorio funziona un po' così. Qualche anno fa abbiamo dato avvio ad un concorso con le scuole per delle borse di studio, in collaborazione con altre associazioni, ma per una iniziativa molto grande. Un percorso piuttosto importante che ci ha visti coinvolti con altri, sebbene queste occasioni siano sporadiche. Si tratta del progetto “Mi sento bene nella mia terra”, frutto della collaborazione tra il Circolo ACLI “Insieme per Paganica”, l’associazione “Il cenacolo degli angeli” (soggetto capofila), l’associazione Co.me.te., l’Istituto Comprensivo “Don L. Milani” di Pizzoli, l’Università di Pisa – Dipartimento di Scienze Politiche. Un progetto a sostegno delle aree colpite dal sisma in Abruzzo, Lazio, Marche e Umbria, per il potenziamento delle abilità di apprendimento dei ragazzi delle scuole. Quindi è partito il corso di scacchi e altro.

Quali altre attività svolgete?

Di frequente organizziamo delle giornate ecologiche e stiamo lavorando con il Comune ad un progetto sulla struttura per avviare un impianto fotovoltaico. In nostri sono paesi di montagna e siamo molto sensibili alla tematica ambientale. I lavori dovrebbero partire il prossimo anno, vediamo. A breve dovrebbe uscire un bando regionale, dove proveremo a proporre la realizzazione di un cappotto termico in modo da sostenere parte della copertura delle spese. Con il progetto delle Acli nazionali “Effetto moltiplicatore” abbiamo preso una stufa a pellet. La nostra sede è una ex scuola, quindi abbiamo delle stanze che sono delle aule, che siamo riusciti a riscaldare grazie a questa stufa, una in ogni aula. Da noi fa davvero molto freddo. Pensare però di accedere a qualche fondo e ristrutturare la sede in modo da renderla più sostenibile per l’ambiente ci sembra l’idea migliore, ma da vedere se si riesce. 

Siamo nel Direttivo circa 9 persone, ma sempre gli stessi dal 2014. Abbiamo competenze varie da giocare nel Circolo, quando si presenta la necessità. Quello che ci caratterizza è l’età media: intorno ai 50 anni, nessun pensionato e io che sono il più giovane che ho 38 anni. Da un lato è un aspetto interessante, ma anche difficoltoso perché lavoriamo tutti e il tempo da dedicare non è moltissimo. Mentre i Circoli dalla parte di Scanno sono pensionati.

Questa estate, presso la nostra sede, abbiamo attivato il Centro estivo, ce lo hanno richiesto con forza e considera che è un bel impegno in termini di energie e tempo. I genitori ci chiedono un supporto e noi cerchiamo di risponde per quello che possiamo alle necessità e questa volta mettiamo un contributo economico noi per famiglia, in modo che la retta sia accessibile a tutte le famiglie. Siamo qui per questo. Lavoriamo molto con le famiglie, con i bambini, organizzando la festa di Pasqua, poi raccontavo della festa dei nonni.

Cerchiamo di muoverci su più fasce di età perché in collaborazione con le Acli de L’Aquila abbiamo anche attivato degli screening medici. 

Dal 2014 ad oggi, quali problemi avete incontrato e ci sono state fasi difficili?

Penso che al momento la fase davvero drammatica che abbiamo attraversato è stata quella della pandemia. Per due anni non ci siamo mossi. Abbiamo pensato che davvero non ci saremmo più ripresi, ci ha sfiorato l’idea di chiudere, ma siamo consapevoli che se veniamo meno noi in questa realtà non resta niente e non possiamo permetterci di mollare tutto così. 

Il terremoto ci ha coinvolto, a più livelli ed ha scosso tutti emotivamente, ma la nostra struttura ad un piano ha tenuto, non ha avuto danni. L’impatto maggiore lo abbiamo avvertito soprattutto con il sisma del 2016 che ha influito sul turismo estivo, i nostri paesi sono popolati da turisti romani che hanno le case o i parenti qui. Tutti se ne sono andati. Economicamente è stato un grande danno, ma come Circolo non siamo riusciti ad attivarci in nessun modo. Noi collaboriamo con la proloco di Amatrice e la sera del terremoto non siamo andati alla loro manifestazione solo per caso. Dobbiamo affrontare le criticità e procedere oltre per i nostri paesi.