Nel comune più piccolo della Carnia, nel 2018 viene alla luce il Circolo Acli di Ligosullo, insieme all’inaugurazione dell’unico bar del paese, una realtà che ad esclusione di una trattoria, non vanta la presenza di altri esercizi pubblici. “Una borgata di poche anime” la definisce Giorgio Morocutti, il vicepresidente del Circolo, il cui unico bar ha chiuso i battenti diversi anni prima, lasciando una realtà senza spazi di condivisione e socialità.
A cosa avete pensato?
In totale non più di 650 persone considerando l’accorpamento di due comuni vicini, quello di Ligosullo con Treppo Camico, senza alcun luogo di ritrovo per animare la vita del paese. Allora contatto le Acli e il presidente provinciale di Udine mi illustra le opportunità di aprire sia un bar mescita, sia uno spaccio. Entrambe le ipotesi facevano al caso nostro rispetto agli obiettivi che ci eravamo prefissi. In primo luogo, dare agli anziani la possibilità di rifornirsi di generi alimentari e di prima necessità nelle vicinanze attraverso uno spaccio, risparmiandosi la fatica di scendere verso il primo centro utile a sette km di distanza. In secondo luogo, volevamo un punto di riferimento per le persone dove bere qualcosa, parlare e riscoprire il piacere di stare insieme. Così abbiamo deciso di avventurarci inaugurando il tutto nel 2018 con due volontari. Il Circolo è aperto tutti i giorni dal lunedì al sabato e venerdì sera dalle 17 in poi e anche il sabato stesso orario, fino a notte tarda, perché da noi si fanno le ore piccole. Andiamo d’accordo e amiamo divertirci, quindi spesso si va oltre le 23, che sarebbe l’orario di chiusura. Questa proposta sta funzionando molto bene anche e soprattutto grazie all’impegno dei volontari che coprono le quattro ore della mattina e quelle serali.
Lucia è la presidente del Circolo, una ragazza giovani di circa 25 anni, mentre io sono il vicepresidente all’epoca ero amministratore comunale, e abbiamo un direttivo. Ad essere coinvolti in modo continuativo e attivamente siamo in sette. Poi se manca qualcuno ci si riorganizza e si copre con gli altri, questioni che affrontano tutti i circoli di questo genere.
Cosa ha riscoperto la vostra comunità grazie alla nascita del Circolo Acli?
Di sicuro è stato bello poter riscoprire il piacere di stare insieme, sapere di poter tornare la mattina, la sera, quando si desidera in un luogo che ciascuno sente un po' il proprio, per chiacchierare, tenersi compagnia, organizzare qualche evento. Poter contare su qualcosa nel vuoto che dominava non ha prezzo. La gioia di ritrovarsi nasce anche dall’aver individuato uno spazio, una stanza, come sede del Circolo, davvero molto bello a vedersi e in armonia con il paesaggio dei nostri luoghi quello della montagna. Abbiamo ricostruito un ambiente caloroso e familiare, accogliente che si presta bene allo scopo. Le persone si fermano a giocare a carte oppure, di recente, è stato inserito il calcio balilla e l’anno scorso abbiamo fatto un torneo, con molta partecipazione. Sappiamo però che deve esserci sempre uno o due persone almeno che trainano, altrimenti non si riesce a concludere niente.
Organizziamo anche delle piccole serate musicali a tema, serata di liscio oppure con il dj, o anche di musica melodica italiana con la chitarra e qualcuno che viene a suonare, anche questo momenti riscontrano grande apprezzamento. Ci sono degli eventi che invece realizziamo in esterna, come ad esempio, un memorial in alta montagna che per noi ha un grande valore, dove organizziamo da mangiare e da bere. Insomma, tutto è funzionale allo stare bene della nostra comunità. Ci occupiamo anche della realizzazione della sagra di paese, con una grigliata e un concerto musicale, e siamo operativi per la cittadinanza ma non solo, perché soprattutto nel periodo da giugno a settembre da noi arrivano persone da fuori: chi inizia ad acquistare case per trascorrere le vacanze qui, oppure parenti di chi viveva nel nostro paese ed è andato via, ma ritorna per l’estate. Con queste occasioni il paese rivive e noi siamo al centro di questo evento, che contribuisce ad alimentare la partecipazione, la vitalità. Poi c’è il bar, lo spaccio, possiamo dare un servizio e restituire un’immagine del paese positiva e vivace.
Cosa vi lega alle Acli?
Io le conoscevo prima e volevo lavorare per offrire un servizio sociale agli anziani tramite un bando, poi però bisogna rendersi conto che i volontari che possono impegnarsi non sono molti e non puoi chiedere troppo alle poche persone che si attivano e magari sono persone che lavorano. Con le Acli abbiamo pensato a delle altre cose e anche con i Circoli vicini abbiamo buoni rapporti e disponibilità, bisogna fare però i conti con le forze che abbiamo.
Lo scorso sabato 21 settembre, il neo Consiglio provinciale eletto delle ACLI di Caltanissetta, ha provveduto ad eleggere suo nuovo Presidente GIOVANNI BUNONI.
Intervista a Giovanni:
Perché hai dato la disponibilità a fare il presidente? Come sei arrivato a questo ruolo?
La mia adesione alle ACLI risale ormai al lontano 2008, anno che segna l'inizio di un percorso associativo duraturo e profondamente significativo. Come per molti altri aclisti, il punto di partenza è stato il servizio civile nazionale, un'esperienza che mi ha introdotto in un universo di relazioni e di impegno verso la comunità sino ad allora sconosciuto. Da quel momento in poi non ho più smesso di “Fare” le Acli in tutte le sue declinazioni, dedicandomi in un primo momento al settore dell'arte e dello spettacolo nell'ambito di UNASP ACLI, oggi ACLI Arte e Spettacolo.
Tuttavia, è stato il mio coinvolgimento con i Giovani ACLI a lasciare un segno indelebile nel mio cammino associativo. Ho avuto l'onore di ricoprire per due mandati consecutivi il ruolo di Coordinatore provinciale, e successivamente quello di Vice Coordinatore nazionale. Un'esperienza intensa e gratificante, contraddistinta da una profonda passione per l'impegno civile e sociale, e da un forte senso di appartenenza alla comunità aclista.
"Servizio" è la parola chiave che sintetizza il senso più profondo della mia esperienza all’interno delle Acli. È proprio in quest'ottica che ho accolto con entusiasmo il nuovo incarico affidatomi, consapevole delle responsabilità che esso comporta, ma altresì certo delle grandi soddisfazioni che potrò trarne.
Quale pensi sia il mestiere delle Acli a Caltanissetta oggi?
Caltanissetta, come molte altre realtà del Mezzogiorno, soffre delle problematiche tipiche delle aree interne. Nel corso della mia esperienza all'interno dei Giovani delle ACLI, ho assistito con crescente preoccupazione all'esodo dei giovani, spinti tanto da ragioni accademiche quanto, e soprattutto, da prospettive occupazionali limitate. Un fenomeno che mi ha riguardato in prima persona.
Tale criticità è sintomo evidente di una perdurante e cronica crisi del mercato del lavoro e di un isolamento infrastrutturale che affligge il territorio. Il ruolo delle ACLI, ieri come oggi, consiste nel farsi portavoce di queste istanze, instaurando un dialogo costante con le istituzioni e promuovendo una rete di collaborazioni con tutti gli attori sociali, al fine di individuare soluzioni concrete.
Le ACLI hanno dimostrato e continuano a dimostrare di essere un punto di riferimento fondamentale per la comunità, sia attraverso l’ecosistema dei servizi che attraverso l'impegno nel sociale.
Quale è la priorità del tuo mandato?
La nostra azione sarà orientata al rafforzamento della rete associativa, con particolare attenzione ai circoli, autentico fulcro della nostra missione. In tal senso, si intende proseguire l'eccellente lavoro avviato dai predecessori, assicurando una continuità operativa che valorizzi le radici acliste. Parallelamente, si proseguirà con determinazione nell'individuazione di opportunità progettuali, al fine di fornire risposte concrete ed efficaci alle esigenze del territorio. In particolare, si intende rafforzare l'esperienza del progetto 'Il pane agli ultimi', promosso dalle ACLI Siciliane e cofinanziato con i fondi del 5x1000, che ha già offerto un sostegno oramai strutturale a migliaia di famiglie della nostra comunità."
La nuova Presidenza Provinciale eletta:
Santo Burgì Vice Presidente vicario con delega al Patronato;
Luigi Giannone Vice Presidente con delega Welfare e Coesione sociale;
Italo Alberto Calafiore Responsabile Sviluppo Associativo;
Stefano Parisi Responsabile amministrazione;
Valeria Maria Lipani Segretaria con delega alla Famiglia;
Giuseppe Trigona Segretario con delega alla Legalità e Lavoro;
Selena Di Dio Segretaria con delega alla Progettazione ed Innovazione.
È stato eletto il 7 settembre 2024 all’unanimità dal Consiglio provinciale dell’Associazione che si è riunito a Sassari per scegliere il successore di Salvatore Sanna.
Di recente nominato assessore ai Lavori Pubblici del Comune di Sassari Giuseppe Fresu ha 53 anni.
Due parole con il Presidente...
Perché hai dato la disponibilità a fare il presidente? Come sei arrivato a questo ruolo?
Potrà sembrare strano ma non ho mai dato la disponibilità, mi è stato chiesto da talmente tanti fra i nostri associati che mi sono sentito in dovere di accettare.
Dopo 30 anni di “militanza” discreta, a supporto del nostro sistema non puoi rinunciare ad assumerti una responsabilità, nel momento in cui ti viene chiesto. Credo che sia anche questo nello spirito di quella ormai famosa espressione “fare le ACLI”.
Quale pensi sia il mestiere delle Acli a Sassari oggi?
Non credo che sia corretto attribuire alle Acli un mestiere, tanto più se ci riferiamo ad un ambito locale come è una provincia. Provo a spiegarmi con una metafora: le Acli sono un contenitore (o meglio un raccoglitore), immagina quelle cartelle trasparenti in cui puoi metterci i documenti per conservarli. Ognuna di quelle cartelle sono le persone che fanno le ACLI, sta a ciascuno di noi mettere i contenuti, stimolare la “promozione sociale” nel territorio.
Per completare la metafora è nostro dovere fare in modo di non finire nell’archivio del dimenticatoio.
Poi ci sono le associazioni specifiche (Patronato, Caf, Acli Terra, ecc…) li è più facile parlare di “mestiere”.
Quale è la priorità del tuo mandato?
Siamo in prossimità dei congressi locali e nazionali, anche se nella nostra provincia non è previsto il rinnovo delle cariche, penso che sia corretto attendere il contributo dell’Assemblea congressuale che si terrà a metà Ottobre.
Per quanto mi riguarda posso aggiungere due parole chiave “Persona” e “Ascolto”. Sono due delle modalità che vorrei utilizzare nel mio mandato.
I veri valori di una Associazione sono le Persone che la compongono. NON deve essere solo un modo di dire formale, tante volte è stato detto “la persona al centro” del nostro agire come aclisti. Fare promozione sociale credo sia un modo per dire la “Persona” prima di tutto, non in quanto singolo ma come parte di un insieme.
Da quando sono state fondate, le Acli, partendo da una visione laica cristiana, hanno avuto l’ambizione di fare rete, contribuire a tessere i legami della società, favorire forme di partecipazione e di democrazia, oggi più che mai colgo l’attualità di tale impostazione.
Quando mi riferisco ad “ascolto” penso ad una mia caratteristica, un mio modo di agire quotidiano. Non solamente “la percezione di un fatto sonoro dal punto di vista tecnico”, ma una modalità per arricchire l’esperienza personale e per metterla a frutto nel momento in cui devi prendere una decisione.
Allo stesso tempo sono più che convinto che occorra “ascoltare” anche la realtà che ci circonda, per conoscere, percepire e promuovere momenti di “aggregazione” in un territorio che non è mai immobile. Oggi più che mai, nel suo divenire e nelle sue trasformazioni, anche le comunità sociali come le Acli faticano a percepirne la problematicità, le pulsioni, le paure, le speranze e, perché no, anche la domanda di compartecipazione solidaristica ai grandi problemi della quotidianità e della stessa sopravvivenza delle comunità.
Parlo dei nostri Paesi e della gente che ancora lì popola e che, spesso nell’apatia di chi dovrebbe governarne le dinamiche, decrescono a ritmi preoccupanti sia demograficamente sia socialmente. Siamo la terra dove, come dicono le statistiche, si vive più a lungo, ma anche quella dove, con pochissime eccezioni, la più parte dei nostri comuni rischia un abbandono strutturale che cancella qualsiasi idea di futuro.
Nella nostra provincia (Sassari) su 92 comuni, 66, cioè oltre il 72% hanno meno di 3000 abitanti, tra questi la metà (32) è sotto quota mille che è l’anticamera della “scomparsa”. Lavorare per il “rifiorimento” delle nostre comunità, con iniziative di coinvolgimento tra parrocchie, scuola, amministrazioni locali e le Acli, è una sfida che ritengo percorribile e stimolante.
Al di là del modo, una mia priorità sarà quella di “fare rete”, non solo internamente alla compagine associativa delle ACLI ma soprattutto nel territorio.
Anche per questo mi piacerebbe che il nome ACLI fosse associato, nell’immaginario collettivo, alle iniziative culturali di promozione, aggregazione sociale comunitaria e non solo, seppur giustamente, ai servizi delle associazioni specifiche.
Presidenza provinciale eletta:
Giuseppe Fresu – Presidente
Franca Rosa Monni – Vicepresidente Vicario
Marco Calaresu – Vicepresidente
Antonio Luigi Serra - componente delega Amministrazione
Luca Sechi - componente
Luciano Paolo Turini - componente
Silvia Chelo - componente