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Azione Sociale - Acli - Lunedì, 24 Giugno 2024

CIRCOLO ACLI “NUOVA SCENA” (CATANZARO): LA FUNZIONE EDUCATIVA E SOCIALE DEL TEATRO AL SERVIZIO DELLA CITTA’

Il Circolo Acli “Nuova scena” si colloca nella zona Nord di Catanzaro, vicino allo stadio. Catanzaro è una città su tre Colli, per percorrerla a piedi impieghi in tutto mezz'ora. Alle spalle del laboratorio teatrale del circolo ci sono i Monti della Presila e alle volte la mattina i monti sono imbiancati. A sud c’è il mare: il circolo dista 15 km dal mare e 25 km dalla neve. Dal punto di vista della sua privilegiata posizione nel territorio non manca nulla.

Trent’anni prima esisteva il Circolo Catanzaro centro. Spiega Salvatore Conforto, Presidente di “Nuova scena” e delle Acli Provinciali di Catanzaro. Continua Salvatore: sono un’aclista da 45 anni. Sì, praticamente ho iniziato a fare Acli a 15 anni, con US Acli, con attività di pallavolo e poi sempre di più. Ho fatto un corso di formazione professionale all’ENAIP, che è durato due anni, per rimanere all’interno tutor. Oggi ho 33 anni di banca, ma se sono quello che sono lo devo esclusivamente alla formazione che mi hanno detto le Acli.

Nuova scena nasce da un mio desiderio, da un’esperienza che porto con me. Da bambino facevo teatro, ho anche fatto tournée con attori di un certo livello, poi sono andato all'Università e mi sono dedicato ad altro, ma non ho smarrito la passione per questa forma di arte. Per tale ragione nel 2009 nasce “Nuova scena” che, all’inizio però, si cimenta in alcune presentazioni di libri. Successivamente ci siamo dedicati al teatro, aprendo un laboratorio che, il 10 di giugno di quest'anno, fa il suo quasi ventesimo saggio. Abbiamo un laboratorio prettamente teatrale e una scuola che, praticamente negli ultimi 10 anni, non ha mai registrato meno di 25 allievi. I genitori dei ragazzi sono soci del circolo. Legata al laboratorio teatrale e sempre Acli, abbiamo fondato una compagnia teatrale. L'abbiamo chiamata “La compagnia di Irene”, il nome di una nostra allieva che purtroppo a 14 anni ci ha lasciato, senza neanche dirci il perché. E’ rimasta sul divano di casa sua e non l’abbiamo mai più potuta avere tra noi. Tutto quello su cui la compagnia ha lavorato lo abbiamo dedicato a lei.

Nel 2019, ci siamo fatti un po' più grandi, ricordiamo l’apertura di un Piccolo Teatro di 50 posti. In questo spazio continuiamo la presentazione di libri, e a settembre iniziamo una rassegna, che presenterà un libro ogni mese, all'interno del nostro del nostro circolo, con scrittori e poeti esclusivamente dell'hinterland catanzarese. L'abbiamo pensata come: “Aclilibriamoci”. Vediamo un attimo che tipo di riscontro avrà in futuro, perché Catanzaro non è grande, ma è piena di iniziative culturali. Ogni volta che qualcuno propone qualcosa ci dobbiamo coordinare, altrimenti alla fine chi ha 100 persone, chi ne ha 50, chi ne ha 20, chi ne ha ne ha 30. Spesso non riusciamo però.  

Con Nuova scena, poi, da sette anni abbiamo messo in piedi un momento che abbiamo chiamato “serata d'artista”, praticamente. Per il mio cinquantesimo compleanno, invece di una festa classica ho privilegiato l’idea di affittare un piccolo teatro e far inscenare qualcosa agli invitati, fummo 200 persone. Questa idea è piaciuta molto. Tutte le Compagnie teatrali di Catanzaro e le associazioni e anche i laboratori musicali aspettano questa festa e poi diventa una festa per poter partecipare e potersi esprimere. Quest'anno lo facciamo al teatro Politeama di Catanzaro, uno dei teatri più importanti da Napoli in giù, 900 posti, 25 per 25 il palco.

In un contesto così variegato come racconti, voi siete riusciti ad instaurare delle collaborazioni con altre realtà del territorio?

Allora noi abbiamo collaborato con Città solidale, che è una importante associazione di volontariato della zona. Ecco, qui a Catanzaro diciamo che il leader è Don Piero Puglisi, che non è quello lì che immaginiamo, ma un altro e con loro abbiamo lavorato molto. Loro realizzano molti progetti.

Noi dal 2015, perciò sono quasi 10 anni, l'anno prossimo facciamo 10 anni, portiamo in giro uno spettacolo che si chiama Barbablù. Praticamente è basato su circa dieci racconti che, ogni anno rinnoviamo e riadattiamo. Sono storie di impatto sul tema del femminicidio e in generale sulla violenza di genere. Vengono rappresentate dagli allievi più meritevoli della nostra scuola e con lo spettacolo abbiamo già girato mezza Calabria, siamo quasi alla venticinquesima replica, in dieci anni. Parliamo sempre di uno spettacolo che si autofinanzia e che non chiede contributi a nessuno. Città solidale ci ha supportato. Ci ha invitato per tre volte a una sua manifestazione sua, perché loro hanno anche una Casa-famiglia e propongono alle ospiti questo spettacolo. Quest'anno l'abbiamo rappresentato al teatro comunale di Soverato, che è una zona di mare vicino Catanzaro.

Durante il buio periodo della pandemia, abbiamo investito su un paio di progetti, sia con il Provinciale, sia con il Regionale. Ci siamo occupati di “Una mano per la spesa”, iniziativa promossa dalle Acli. Molto interessante perché abbiamo avvicinato anche persone che credevamo non potessero aver bisogno di noi. In quel periodo è stato tutto veramente un po’ difficile, ma poi ci siamo ripresi. Abbiamo collaborato con l'assessorato ai servizi sociali. Lì c'è un pozzo senza fondo, purtroppo. Abbiamo incontrato persone che non vogliono far conoscere la loro condizione di fragilità. Allora devi affrontare due problemi: quello del supporto primario e l’altro è il problema emotivo. È difficile, però qualche volta ci riusciamo.

Avete in piedi altre progettualità? Collaborate con altri circoli nel territorio vicino?

Comunque, noi i progetti non proviamo a farli, devi avere una struttura alle spalle per fare una cosa del genere e farla bene, altrimenti rischi di farti male. Però collaboriamo con un altro circolo qui a Catanzaro che si chiama Città del vento. Loro con, Alessandra Storino in testa, progettano molto e fanno progettazione di livello, hanno preso due o tre progetti anche importanti. Quello è un circolo, diciamo che si rivolge molto a progetti di reinserimento di persone disagiate. Poi ne hanno proposto uno sulla città di Catanzaro, praticamente bandito dal Comune e poi, l'anno scorso, hanno vinto un progetto della Regione Calabria. Poi ci si supporta.

Adesso anticipo che il 13 di settembre a Catanzaro ci sarà una cena straordinaria, sulla falsa riga di quanto organizzano a Parma, si tratta della “cena dei 1000”.  In pratica, il corso della città sarà attrezzato con mille posti a sedere, dove ci accomoderanno le persone che comprano il biglietto, per prendere parte ad una cena con la presenza dei sei cuochi più stellati di Calabria. Stiamo collaborando anche con Acliterra e anche con gli altri circoli è chiaro. Chissà speriamo di poter organizzare un bel tavolo Acli anche al Nazionale in occasione dell’Ottantesimo anniversario della nostra associazione. Al netto di tutto quello che si spenderà e non sarà poco, il ricavato della serata sarà devoluto agli “Insuperabili”, un'associazione di volontariato, con cui Acli Città del vento collabora da un po'.  L’associazione coinvolge ragazzi prevalentemente down che una squadra di calcio. E se tu vai a cercare qualche cosa su Internet, vedrai che sono rappresentati da Chiellini, Baggio e altre figure di spicco del calcio. Quindi questa è una manifestazione che promuoviamo insieme con il circolo, poi anche come provinciale.

Buone collaborazioni le abbiamo con la nostra parrocchia di San Pio decimo di Catanzaro. Poi con il circolo Arci Hercules: abbiamo fatto un esperimento comune, occupandosi loro di tetro dialettale, noi ci siamo occupati della rappresentazione in lingua e loro hanno fatto il teatro dialettale. Loro stanno nella parte sud di Catanzaro e noi siamo nella parte nord e loro hanno portato una piccola commedia nel nostro circolo e noi siamo andati da loro a portare il nostro spettacolo. Poi lavoriamo molto e da molto tempo con il Centro di solidarietà, un centro per tossicodipendenti su Catanzaro. Tu pensa che il Presidente una volta era Don Mimmo Battaglia, oggi arcivescovo di Napoli. Loro hanno in gestione un centro polivalente e ogni anno facciamo una prova generale aperta degli allievi a cui assistono i loro ospiti.

Ma è vero che vi occupate anche di radio?

Assolutamente. Facciamo un programma radiofonico come circolo che è aperto, su radio Ciak, una radio in FM su Catanzaro. La nostra città ha un primato sulle radio libere, avevamo in proporzione tante radio quante ne aveva Milano. Poi con l’avvento della legge Mammì sono scomparse e per cinque anni c'è stato il buio totale. Ci siamo rimessi insieme con un'altra associazione che si chiama “Darwin”, sempre a livello volontaristico, non c'è niente di commerciale, è una radio libera a tutti gli effetti. Io faccio un programma la mattina di domenica e invece con tutta la mia troupe lo facciamo il giovedì pomeriggio dal titolo “Sipario aperto”, sempre attinente ad arte, musica e spettacolo.  

Il gruppo di Nuova scena che si attiva per l’organizzazione delle attività è composto da quante persone?

Come soci saremo una ottantina, poi dipende dagli anni: salgono e scendono, ovviamente. Mentre la cerchia di persone più attive che mi supporta è composta da circa una quarantina di soci. Adesso non siamo pochi, diciamo che dopo il Covid ci siamo un po’ ripresi: Durante il periodo del Covid, non abbiamo chiuso perché facevamo le lezioni online, però è stato terribile.

Dal tuo punto di vista, perché Nuova scena è importante per il territorio, quale è il significato della sua presenza a Catanzaro?

Offre a tutti l’opportunità di fare comunicazione e teatro come importante occasione di aggregazione, per stare insieme. Penso che abbiamo creato una combinazione tra chi ha interesse professionale per il teatro, chi viene per confrontarsi ed esprimersi e chi del teatro ne ha davvero bisogno. Noi non facciamo teatroterapia, però abbiamo coinvolto persone che hanno problemi di comunicazione e non riescono ad esprimersi; poi altri ragazzi che hanno disagi di carattere fisico e chi ha subito violenza sotto forme diverse. Per questo collaboriamo con la casa di Nilla, un'altra casa-famiglia, e da quest'anno abbiamo inserito due allieve che, purtroppo, hanno subito delle violenze in famiglia, e vengono dalla casa-famiglia. Probabilmente il teatro dovrebbe essere una materia scolastica ancora in Italia, non l'abbiamo capito.

Qualche sogno nel cassetto per il prossimo futuro?

Abbiamo programmato l’evento “Serata d'artista”.  Il 10 giugno facciamo il saggio e l'anno prossimo vorremmo provare a prendere in gestione un teatro di 100 posti, per farlo diventare un circolo. Abbiamo già trovato il posto, sono cento posti, vicino al centro storico, però va fatto un progetto perché i costi sono abbastanza importanti. Si tratta di un grande sogno. Vedremo se si realizzerà.