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Azione Sociale - Acli - Giovedì, 04 Luglio 2024

Sei Risorsa: Percorsi di Inclusione - Acli Torino (TO)

Le ACLI di Torino sono orgogliose di essere parte del progetto "Sei Risorsa: Percorsi di Inclusione", un'iniziativa che mira a sostenere le persone che stanno per terminare il loro periodo di detenzione, nel loro percorso di reinserimento sociale.

Il progetto prevede la creazione di sportelli multiservizi all'interno degli Istituti Penitenziari di Torino, per offrire ascolto, orientamento e supporto nella risoluzione di pratiche burocratiche, amministrative e fiscali.

Inoltre, attraverso il "servizio ponte", gli operatori accompagneranno le persone anche dopo la fine della pena, aiutandoli a ricostruire la propria autonomia e a reintegrarsi nella società.

CIRCOLO ACLI DI RIVELLO (POTENZA). I RAGAZZI DEL BASEBALL: COLTIVARE RELAZIONI E OPPORTUNITA’ DI CRESCITA AL SUD

Nel 2016 a Rivello, centro collinare in provincia di Potenza, un gruppo di genitori e amici decide di attivarsi per sostenere le iniziative della parrocchia. Inizia con questo semplice gesto la storia del Circolo Acli Rivello, grazie allo spirito e all’intraprendenza di chi vuole mettersi in gioco per gli altri. Gustavo Savino presidente del Circolo Acli Rivello, presenta il Circolo partendo da qui.

Il vostro circolo possiede un tratto distintivo inconfondibile. Per cosa siete conosciuti in particolare nel vostro territorio?

Volevamo contribuire alla crescita dei ragazzi del nostro paese, dargli uno stimolo, coinvolgerli in un interesse che potesse incuriosirli e, allo stesso tempo, avvicinarli al circolo. Allora un giorno suggerisco la pratica di un nuovo sport e, per tentare qualcosa di diverso dal solito, propongo il baseball. Non si tratta esattamente di una pratica sportiva nota in Italia, viene giocato in qualche regione del Nord, ma al Sud è del tutto sconosciuto. Questo però non rappresentava un problema, se consideriamo che l’idea all’inizio è stata di organizzare una giornata per divertirsi e stare insieme, niente di più. Doveva nascere e finire così come era iniziata, nessuna continuità, solo una sperimentazione che aveva visto coinvolto lo stesso parroco, per divertirsi. Sorprendentemente non è andata così, l’interesse è cresciuto, i ragazzi si sono appassionati e abbiamo raggiunto traguardi importanti.

Il baseball si divide in tre diverse discipline: la specialità più conosciuta è quella praticata dai ragazzi, ovvero il baseball vero e proprio; poi c’è il softball, giocato invece dalle ragazze; infine abbiamo una terza disciplina, che sta diffondendosi negli ultimi anni, chiamata “Baseball5”, una versione “da strada” dei classici giochi del baseball e del softball. È uno sport veloce, giovane e dinamico, che segue gli stessi principi delle sue discipline madri e può essere giocato ovunque, necessita solamente di una pallina di gomma. In quest’ultimo, nello specifico, con una squadra di otto giocatori per metà maschi e metà femmine, stiamo ottenendo i migliori risultati e le più grandi soddisfazioni. In questa disciplina, quattro dei nostri ragazzi sono arrivati in Nazionale, due ragazze hanno già disputato due europei e un ragazzo più grande, avendo una laurea in scienze motorie, è riuscito ad inserirsi nello staff tecnico della Nazionale. Doveva concludersi tutto lo stesso giorno che è iniziato. Chiamammo la Federazione del baseball che lasciò un guantone ai ragazzi e loro, indipendentemente da noi, hanno deciso di riunirsi il sabato pomeriggio dopo il catechismo per giocare a baseball. Noi abbiamo solo dato un impulso… il resto lo hanno fatto loro. Il nostro territorio ha un nucleo centrale di Rivello e poi è comune molto sparso, con numerose contrade. Abbiamo un pulmino per andare a prendere i ragazzi, ma alle volte la distanza supera anche i 15, 20 km. Questa è una complicazione che dobbiamo gestire.

Abbiamo preso in gestione in campo del comune che era inutilizzato da tempo, capendo quanto può essere utile lo sport per i giovani, e dal baseball abbiamo spaziato verso l’atletica, il tennis, il calcio, ecc. che pratichiamo nel nuovo campo. Non tutti sono portati per uno sport, oppure hanno interessi diversi, così diamo diverse opportunità. Sono io che ho “la capa fresca” come si dice dalle mie parti, se mi viene in mente un’idea proviamo a realizzarla. Quindi, da circa un anno giochiamo anche a “curling”, un tipico sport invernale di squadra, praticato su ghiaccio con pesanti pietre di granito levigate, dette stone, dotate di un’impugnatura che permette di regolare forza ed effetto del colpo. Questa proposta è venuta dalla necessità di coinvolgere gli adulti e anche le persone più avanti con l’età. Le bocce sono fantastiche, ma ci piaceva provare una novità.

Il baseball è stata una proposta originale e apprezzata, ma vi ha anche dato la possibilità di esprimere dei valori per voi significativi?

In effetti è vero. I ragazzi che con gioia hanno aderito alla proposta del baseball si sono avvicinati anche perché scartati dalla pratica di altre attività sportive, magari a causa di qualche problematica fisica, oppure perché non interessati ad uniformarsi a quello che culturalmente ci si aspetta da loro nei gruppi dei pari. Siamo un piccolo paese, dove i ragazzi giocano a calcio, se ne sono capaci e vogliono, e allo stesso modo per le ragazze si aprono le porte del ballo, all’infuori di questo non resta altra occasione per praticare sport o altre attività ludiche e per stare insieme. Era necessario trovare veicoli alternativi di socialità e aggregazione per supportare i giovani nel loro percorso di crescita e maturità. Noi volevamo dare delle risposte ai ragazzi che si trovavano, per motivi diversi, tagliati fuori da questi due mondi. Ricordo una ragazza che ha subito un intervento alle ginocchia, per un problema alla cartilagine, che subito dopo l’operazione, appena rimessa in piedi, la prima cosa che ha fatto è stata venire la campo a giocare da noi. Una spinta incredibile, che dice molto sul valore di questa attività.

Inoltre, la decisione di investire sulla disciplina del Baseball5 ci ha offerto l’occasione di far vivere una esperienza sportiva e di socializzazione a maschi e femmine insieme, visto che da regolamento la squadra è composta da 4 e 4; un’esperienza formativa, in cui imparare a collaborare, a condividere e a conoscersi nel rispetto reciproco delle proprie identità. Questo ci sembra un valore importante, un lavoro verso l’unione e non la separazione. Inoltre, questa disciplina può essere praticata da un gruppo misto dal punto di vista dell’età, è possibile formare una squadra con un giovane di 13 anni e con un adulto di 40 che giocano insieme. Le potenzialità di questo sport per aggregare e tenere insieme le persone sono svariate, non essendo uno sport di contatto, si lancia la pallina e si corre. Lo possono fare tutti.

Pensate che lo scorso anno le mamme portavano i figli o venivano a vederli giocare e si sono appassionate allo sport: è bastata una battuta, da parte di una di loro del tipo “e noi quando giochiamo?”. “Nessun problema” ho risposto e dopo poco abbiamo composto la squadra delle mamme. Praticano un softball più lento, con basi vicine per avere maggiori possibilità nella corsa. Non dimentichiamo qual è la funzione di questo impegno, quindi con uno sport a livello amatoriale ci inventiamo le regole per offrire a tutti la possibilità di partecipare. Se una mamma non riesce, la battuta la fa con il figlio, oppure escogitiamo altri rimedi, purché non si dica a qualcuno di no. Il nostro compito è cercare di tenere insieme le persone e di sostenere lo sviluppo delle nuove generazioni. Di questo si occupa solo la nostra realtà, in questo territorio.

Le attività sportive, ben variate, sono il centro delle iniziative che realizzate. A fianco a questo avete pensato ad altro?

Per merito degli esiti positivi ottenuti con questo impegno, come Circolo, siamo riusciti ad entrare nelle scuole, a parte gli anni del covid, in cui abbiamo dovuto interrompere. Siamo diventati credibili attraverso lo sport, che è un veicolo potente di educazione e socialità, questo ci ha permesso di portare le Acli fra i giovani studenti, dentro le istituzioni scolastiche, di solito, poco permeabili. La scuola del nostro paese, che abbiamo seguito per un po', è diventata campione nazionale ai campionati studenteschi, con molta sorpresa da parte di tutti. Il frutto di questo lavoro è il coinvolgimento di una collettività, in un territorio di circa 2.500 persone, nelle nostre iniziative sportive.

Ci siamo attivati per far partire degli incontri con il supporto di professionisti psicologi, organizzando degli incontri di gruppo rivolti sia ai ragazzi, sia agli adulti, che variano in base alle necessità e allo specifico tema trattato: alimentazione sana, genitorialità, ecc. Sul fronte della prevenzione del bullismo siamo piuttosto impegnati, in collaborazione anche con l’arma dei carabinieri e la protezione civile, realizziamo dei percorsi. Il nostro è un paese tipico del Sud Italia, caratterizzato da una elevata presenza di persone anziane, per questo abbiamo pensato anche a delle iniziative di tutela e informazione sulle possibili frodi domestiche, il risparmio. Siamo in stretto contatto anche con l’Auser, per far in modo che queste persone imparino ad approcciare anche gli strumenti tecnologici, come lo smartphone, il computer, mediante dei corsi appropriati sul posto. Anche i nostri ragazzi del Circolo aiutano nella realizzazione di queste attività con gli anziani.

Naturalmente avevamo iniziato tutto con il supporto alla parrocchia e questo nostro coinvolgimento continua ad essere elevato per tutto quello che riguarda, ad esempio, il periodo del grest, che sta per partire, e da due settimane gestiamo un altro campo estivo, proseguendo per tutta l’estate.

Quando è arrivata l’affiliazione alle Acli? E quale legame oggi vi lega al mondo Acli?

Da subito, siamo nati con le Acli. Del resto, non poteva essere diversamente, perché il nostro paese ha una tradizione storica di vicinanza alle Acli. A Rivello, fino agli inizia degli anni Novanta, c’era la sede dell’Enaip, legata alle Acli, e anche le prime attività sindacali sono riconducibili all’impegno aclista in questo territorio. Tale presenza è evidente anche con l’US Acli e le prime iniziative sportive risalgono sempre fino agli anni Novanta. Dopo c’è stata una fase critica, di buio, dove nessuno si è assunto l’onere di portare avanti un’azione collettiva nel nome della tradizione Acli. Noi abbiamo deciso di dare un impulso diverso. Io ho trovato uno spazio per la nostra sede, al centro del paese, in un locale di mia proprietà, una sala per le riunioni e una stanza piccola adibita ad ufficio. Poi abbiamo il campo sportivo in gestione e per rimetterlo in sesto abbiamo investito economicamente tutti, anche con il lavoro manuale di ciascuno per la ristrutturazione e la manutenzione.

Siamo affiliati sia Acli, che Us Acli, per via delle attività sportive che promuoviamo. Con le Acli Provinciali di Potenza abbiamo un rapporto di scambio e collaborazione, organizziamo insieme anche delle attività; più difficile è la realtà UsAcli a Potenza, con la quale non abbiamo molti rapporti. Non siamo riusciti neanche a partecipare a “Sport in tour”, un evento molto grosso che si è tenuto qui in Basilicata. Non so da cosa dipenda. Nella zona come Circolo attivo ci siamo solo noi, però nella provincia qualche altro circolo c’è, e con loro qualche volta abbiamo degli scambi. Alcuni nostri ragazzi da noi sono anche andati a Bruxelles, per motivi di studio, trovando supporto ed accoglienza dalle Acli all’estero. Quando vai in giro per il mondo fa bene sapere che ovunque ci sono le Acli.

I giovani che riuscite a coinvolgere ed aggregare sono molti, non vi trovate ad affrontare un problema di ricambio generazionale per il vostro Circolo?

Siamo più o meno cento soci, fra questi siamo una decina di persone ad attivarsi nell’organizzazione di ogni iniziativa provenga dal Circolo e, a questi supporti, bisogna aggiungere il contributo di alcune mamme, che di volta in volta, in base alla necessità, ci aiutano. La questione del ricambio generazionale è più complessa: è vero che noi avviciniamo i giovani, abbiamo iniziato nel 2016 con ragazzi di 15/16 anni, che però una volta raggiunta la maggiore età iniziano traiettorie di vita diverse, vanno via dal paese per delle opportunità lavorative, oppure per frequentare l’università. Diventa difficile tenerli agganciati per lungo tempo, per prospettare un coinvolgimento maggiore nel Circolo ed una assunzione di responsabilità nel futuro. Nel direttivo ne avevamo una buona parte che sono andati via. La fortuna è avere l’università di Napoli abbastanza vicina, quindi alcuni ritornano e riescono a darci una mano, ma con un tempo ridotto.

Sogni nel cassetto?

Direi tanti, anche se siamo consapevoli che solo in parte saranno realizzabili, poi la realtà è un’altra cosa. Nel nostro paese mancano strutture sportive e interventi economici adeguati, per quello che c’è. Il nostro desiderio più grande è di prendere in gestione la piscina comunale chiusa dal periodo covid. Adesso stanno ristrutturando gli impianti e se riuscissimo a gestirla sarebbe nostra intenzione provare a creare qualche posto di lavoro per i nostri ragazzi, per riuscire a trattenerli nella nostra difficile realtà. Basterebbe creare qualche piccola occasione, nella nostra terra non serve molto per vivere, sentiremmo di aver dato un contributo. Poi l’altro sogno è costruire una squadra capace di competere a livelli internazionali, e dare la possibilità ai ragazzi di uscire da qui e vedere il mondo. Stiamo iniziando, vediamo dove tutto questo ci porterà.