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Azione Sociale - Acli - Martedì, 02 Luglio 2024

CIRCOLO ACLI SAN GIUSEPPE DI BELLINZAGO (NOVARA): QUELLA FABBRICA DEI RICORDI CHE TRA LABORATORI E APERITIVI INCONTRA GIOVANI E FAMIGLIE

Il Circolo Acli nasce nel 1950, con annessa struttura bocciofila e il bar, e resta uno dei punti fermi della storia del comune di Bellinzago Novarese: un punto di ritrovo della comunità locale sebbene, per ragioni culturali, in quegli anni frequentato principalmente dal genere maschile. Negli anni, il genere di attività sportiva legata alle bocce resta una prerogativa degli anziani e, man mano, si spegne l’interesse e la partecipazione. Tuttavia, nell’immaginario collettivo della gente del posto, resta un legame forte tra il Circolo e l’esperienza della bocciofila.

Il percorso del Circolo, i cambiamenti e il suo impegno nel territorio emergono dal racconto a due voci con Gianluca Miglio ed Erica Verzotti, che hanno ricoperto la carica di presidenti in due momenti differenti della sua storia. Gianluca è presidente solo da alcuni mesi succeduto ad Erica: coinvolto dal gruppo per organizzare delle serate al Circolo, più o meno nel 2016 è entrato a far parte del consiglio, per poi assumere la carica di presidente. Erica ha un trascorso diverso: presidente dal 2022 al 2024, ha svolto il ruolo di gestore del bar ed è stata dietro al bancone per un po' di tempo, circa tre anni, ma ancora non faceva parte del consiglio. Prima ancora ha incontrato il Circolo nella veste che loro usano definire di “Aperitivista”, ragazzini giovani tra i 19 e i 22 che hanno il compito specifico di curare l’allestimento del buffet dell’aperitivo del sabato e della domenica. Quindi gestore, presidente del circolo e ora membro del consiglio provinciale delle Acli Novara, questo il cammino di Erica nelle Acli.

Raccontate un po’ del circolo attraverso i vostri punti di vista?

Erica ci spiega: negli ultimi venti, trenta anni dalla nascita, lo stile delle varie presidenze che si sono succedute è stato quello di coinvolgere le fasce di età dei più giovani, trasformando il Circolo in una sede di eventi, feste e manifestazioni culturali di varia natura, spaziando dal versante più ludico a quello più impegnato. Per fare un esempio, per la fascia dai 20 anni ai 40 anni le due feste principali organizzate erano quelle di Halloween, che richiedevano la disponibilità di locali ampi, il coinvolgimento del dj, il travestimento dei partecipanti, ecc. e veniva sfruttato lo spazio bocciofila. Quell’ambiente ha cambiato volto, adattandosi a nuove necessità. La sabbia è stata portata via, quindi non resta molto della vecchia bocciofila, se non uno spazio grande che allestiamo diversamente a seconda delle esigenze, festa piuttosto che mostra di fotografie, o mostra lego. Ci si ingegna per dare nuova vita e significato diverso allo spazio.

Sì infatti, continua Gianluca, da un poco più di due anni è stata montata una parete di arrampicata certificata, molto usata dai ragazzi il sabato pomeriggio, e in collaborazione con il CAI, ci muoviamo per organizzare passeggiate, camminate per far conoscere i sentieri e le zone limitrofe. I bambini e anche meno bambini la frequentano per allenarsi, potremmo dire che questa resta l’anima sportiva dello spazio bocciofila che non esiste più. Questo ha creato una bella varietà dal punto di vista dell’età delle persone che partecipano rendendolo un bel luogo di aggregazione. Poi in questi anni i giovani che frequentavano il Circolo sono cresciuti e sono diventati “delle famiglie”.

Quindi Erica come ha risposto il Circolo, cosa avete pensato in proposito?

Le proposte sono state indirizzate a tutta la fascia dei bambini per coinvolgere le famiglie, con attività strutturate e laboratoriali, insieme ad iniziative ludiche, come feste, il truccabimbi, collaborando anche con alcune professionalità che già lavoravano con i bambini, facendole diventare socie del circolo. Questo ci ha permesso di organizzare contesti ludici e di intrattenimento curati per i bimbi, contemporaneamente al momento aperitivo dei genitori, per lasciarli liberi di divertirsi, mentre i figli giocano in uno spazio protetto. Abbiamo allestito una vera e propria area bambini dedicata, con l’impiego di giochi riciclati per diffondere una cultura che contrasti lo spreco, donati da alcune famiglie; abbiamo allestito lo spazio giardino con dei laboratori, per far entrare i bambini in contatto con la terra, provare a piantare dei semi. Una iniziativa molto bella che, purtroppo, dopo il covid è andata un poco a spegnersi è la cosiddetta “Acli Cat race” la corsa del gatto, una caccia al tesoro in bicicletta in estate, fra le zone del paese, fra le cascine, essendo la nostra una zona rurale si prestava bene. Bello vedere un fiume di biciclette che si spostavano dal circolo per diffondersi nel paese, peccato non si riesca a riattivarla. Un’altra grande perdita, che bisognerà capire come compensare, è la serata del giovedì della gara di briscola, peculiare come attività, organizzata da un nostro caro socio, suo genero e da sua figlia. Ogni volta si incaricavano di recuperare dei premi dalle aziende locali per le coppie che partecipavano alla competizione. Purtroppo, questo signore, Gianbattista detto Gianni, figura storica e presidente del circolo in passato e della bocciofila, è venuto a mancare di recente; quindi, il destino di questa iniziativa è incerto.

Più di recente, osserva Gianluca, ci siamo messi in testa di organizzare delle degustazioni di birre per i più grandi e forse questa estate, se la pensiamo bene, realizziamo una “paellata” in stile spagnolo. Siamo anche in parte coinvolti nell’organizzazione del concerto dei Nomadi.

L’aperitivo del week end del Circolo di Bellinzago è una sorta di istituzione, un momento atteso che non può mancare. La “formula” degli Aperitivisti, se così si può chiamare, che abbiamo adottato, è un’interessante strategia per coinvolgere in modo più duraturo giovani che vengono tirati dentro per caso e poi, tramite l’attività operativa di gestione e organizzazione dell’aperitivo, scoprono il nostro mondo e si avvicinano. Sono magari giovani che inizialmente frequentano solo il bar. L’esperienza di Erica viene da lì.

Quali collaborazioni riuscite ad attivare con altre realtà territoriali?

Collaboriamo con un’associazione che si occupa di giochi da tavolo e ogni due tre mesi organizza la serata aperta a tutti dove fa sperimentare nuovi giochi da tavoli, o comunque di solito il giovedì o venerdì sera ci si riunisce per giocare di ruolo, o altro. Io la sera sono lì: dice Erica.

Io sono entrato a far parte del circolo proprio attraverso i giochi da tavolo, perché io faccio parte anche di una associazione di giochi in scatola, continua Gianluca. Ho trovato questo circolo interessante per le diverse età delle persone che gravitano intorno. Abbiamo anche una saletta musicale dove dei gruppi fanno delle prove e noi gli mettiamo a disposizione lo spazio. Alla fine, seppur con un po' di fatica, i giovani e gli anziani convivono all’interno di un luogo diversamente allestito. Anche se dopo il covid, la frequentazione degli anziani si è molto ridotta: alcuni sono stati vittima del covid, altri hanno timore ad uscire, insomma la configurazione del Circolo è un po' cambiata in questo senso.

Poi lavoriamo con un’altra realtà che si chiama “Amici del sabato”, che si propone di radunare ragazzi con difficoltà di ogni genere, problemi familiari, fisici, mentali ecc. a cui abbiamo dato uno spazio per realizzare delle iniziative, ad esempio una mostra fotografica. Non mancano le collaborazioni con il comune, favorite anche dalla piazza davanti al nostro Circolo, che viene usata spesso durante l’estate soprattutto. Viene impiegata per piccoli concerti, street food e altro, così noi ci inseriamo nel tema dell’evento, con quello che possiamo offrire, anche essere solo il riferimento dei bagni dell’evento. Quando è stata organizzata la Festa delle Donne con delle associazioni di Bellinzago noi abbiamo messo a disposizione uno spazio. Ci diamo da fare.

Gianluca spiega che le realtà sul territorio sono diverse. Facciamo con la Consulta delle Associazioni, alla quale prendiamo parte anche noi, una sorta di programma delle attività per non organizzare delle cose in contemporanea, ci coordiniamo e alcune iniziative sono svolte in comune. Facevamo in collaborazione “Camminan mangiando”, un’iniziativa nata per animare i diversi cortili del paese a cui si associava una pietanza e si mangiava camminando. Poi per ragioni burocratiche non è stato più possibile realizzarla in questa forma, allora facciamo una camminata al borgo antico, alla Badia, con le altre associazioni.

Dovendo dire cosa rappresenta il vostro circolo per il territorio cosa direste?

Il nostro è un Circolo che si propone di aggregare le persone, di creare spazi di socialità in cui trascorrere il tempo libero, rivolgendosi ai giovani ma aperto ad ogni fascia d’età, dice Erica: io vorrei aggiungere però così come io la vedo che il circolo per me è sempre stato un posto dove succedono le cose belle e si creano i ricordi. Se chiedi singolarmente a ciascuno qui, in modi diversi, ma insomma che possa dire io, tutti qui hanno almeno un ricordo, un momento, un significato legato la Circolo. In questo senso, credo che noi siamo presenti in questa comunità come: “una fabbrica di ricordi”.

Per me, dice Gianluca, è un porto quiete, un posto sicuro dove ritrovarmi con gli altri dove sentirmi a proprio agio perché è come essere in famiglia.

 Erica con la Parrocchia che rapporto avete?

I locali in cui siamo sono in comodato d’uso con la parrocchia e questo è un legame primario. Non riusciamo a collaborare in modo diretto almeno per ora. L’attuale parroco sostiene che in precedenza non si fosse creato un buon rapporto con le Acli e non manifesta molta fiducia. Oltre a questo, il parroco e giovane e molto attivo, stando vicino ai giovani dell’oratorio. Magari di fondo c’è un po' di competizione, il parroco teme che partecipando alle nostre iniziative i giovani non frequentino più l’oratorio, credo. Anche se quest’ultimo coinvolge giovani di età inferiore ai 25 anni, ma insomma, potrebbe trattarsi anche di una fase, il timore ci può anche stare, spiace non riuscire a trovare una strada per aumentare la collaborazione. Il consiglio parrocchiale è formato anche da altri preti e questo favorisce una vicinanza però, abbiamo potuto contribuire a delle cose: hanno fatto degli interventi alla caldaia senza problemi, oppure a settembre nella festa dell’oratorio con il palio dei rioni, noi andiamo con le nostre attrezzature per organizzare in modo volontario l’aperitivo; quindi, potrebbe essere più stretto il legame, ma va bene. Di recente il parroco dell’oratorio è dovuto andare via e aspettiamo l’arrivo di un parroco giovane. Vediamo che succede.

In che cosa vi riconoscete come Circolo Acli? Cosa vi lega alle Acli nell’oggi?

Siamo Acli nella misura in cui siamo un’associazione che mette al centro le persone e consente a tutti di aggregarsi, e di scambiare informazioni che portano ricordi, ma io dico anche competenze professionali. I contatti, le relazioni non sono funzionali solo sul piano aggregativo, ma anche lavorativo. Qui qualcuno ha avuto modo di conoscere persone con cui ha intrapreso dei rapporti di lavoro. Si ritrovano le famiglie e il valore dell’incontro assume un significato alla luce della dimensione Cristiana che accomuna tutti. La domenica dopo la messa molte persone vengono da noi.

Gianluca rafforza: il fatto di potersi esprimere indipendentemente da chi sei, la diversità è un valore accolto dalle Acli; poter condividere la propria idea, questo è il cuore dell’essere Acli per me.

Concludiamo con i progetti futuri? I ricordi che ciascuno porta con sé del Circolo avranno uno spazio all’interno di nuove iniziative?

Secondo la mia visione da ex presidente forse sarebbe interessante dare un’impronta culturale, curando più gli aspetti artistici, mostre con pittori locali, fotografia, spazio di video making, con workshop per approfondire da un punto di vista più formativo, sulle nuove tecnologie, in sostanza qualcosa di un po' diverso che va reso attuale. Mi piacerebbe anche una maggiore propositività da parte dei soci. In passato c’era maggiore chiusura nel gruppo complessivo. Nel 2023 abbiamo chiuso con 809 soci, il consiglio ha 4 membri, con 3 gestori che danno un riscontro al consiglio, poi gli aperitivisti sono adesso circa 5, tutti al di sotto dei 24 anni più o meno. Poi c’è un gruppo, che io chiamo di extra staff, che ha avuto un trascorso o un coinvolgimento con noi, ruota intorno al Circolo e si mette a disposizione quando serve per aiutare e supportare. Sono circa 20 persone che si alternano nei momenti di maggiore attività per dare una mano, ad esempio per il pranzo sociale nel giorno del 20 marzo per la giornata di San Giuseppe, molto sentita da noi. Questa è una bella eredità che arriva dagli anni passati, una vicinanza al Circolo che ha radici profonde. Ma sul versante delle idee ci vorrebbe più linfa e contributi.

Quello che attualmente vedo io, dice Gianluca, è una difficoltà nel generare un ricambio. Riuscire a coinvolgere i giovani nel consiglio non è più semplice come forse poteva essere prima. Adesso siamo in 3, 4 molto pochi. Questa attività richiede molto lavoro e i ragazzi non pensano ad impegnarsi, almeno non in questa fase, perché quelli che abbiamo agganciato al momento sono ancora molto giovani. Poi il Circolo, come struttura, avrebbe necessità anche di una serie di interventi di manutenzione (l’anno scorso un fulmine ha fatto numerosi danni), dovremmo rifare i bagni, c’è da rimboccarsi le maniche e avremmo bisogno anche di più persone per gestire. Io vorrei dire a questi ragazzi che l’impegno nel circolo non si limita alla conoscenza di gente nuova, la fatica è un investimento che metti al servizio degli altri e il vero ritorno è vedere la gioia negli occhi delle persone che coinvolgi.