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Azione Sociale - Acli - Venerdì, 20 Settembre 2024

CIRCOLO ACLI PAIDEIA (CROTONE). RADICI CULTURALI PROFONDE ISPIRANO IL CIRCOLO CHE CONTRIBUISCE ALLA FORMAZIONE UMANA E SPIRITUALI DELLA COLLETTIVITA’ E MUOVE BATTAGLIE A TUTELA DELLA SALUTE E DELL’AMBIENTE

A Crotone, negli anni Ottanta, si concretizza un progetto culturale che prende il nome di Associazione Paideia. Questo esperimento ad un certo punto della sua storia intreccia il proprio percorso con quello delle Acli. Il suo Presidente, Luigi Bitonti, ricostruisce il passato dell’Associazione e spiega le ragioni della fondazione di una esperienza, che affonda le radici nella tradizione culturale del crotonese.

Dice Luigi: il Circolo Acli riprende la storia quarantennale dell’Associazione Paideia che io ho contribuito a fondare e che abbraccia la dimensione culturale, sociale ed ambientale. Nata nel 1987, quindi con una storia molto lunga, poi ha trovato una caratterizzazione ideale nelle Acli, incontrandone valori ed ispirazione. Sono entrato in contatto con il Prof. Tommaso Pupa, Presidente provinciale e collega di mia moglie al Polo di Cutro, dove insegna Scienze della terra e con il Prof. E Santino Mariano: siamo amici da tanti anni. La sede del Centro di formazione delle Acli di Crotone ci ospita come Circolo e abbiamo un’ottima sinergia con il Provinciale.

Nasciamo operando nell’ambito culturale, promuovendo un serie di convegni e iniziative che hanno visto protagonisti dei docenti universitari importanti. Ci siamo avvicinati ai movimenti ambientalisti, sostenendo le tesi di Papa Francesco con la Laudato sì e con l‘altro richiamo della Laudate Deum, occupandoci delle questioni cardine dell’ecologia, del cambiamento climatico, del rispetto della natura. Il nostro obiettivo principale da subito è stato quello di provare a portare un contributo alla provincia di Crotone e alla Sila per l’elevazione morale, culturale e spirituale della popolazione dei nostri luoghi, perché noi ci ispiriamo alla grande Scuola Pitagorica e al movimento di spiritualità di Gioacchino Da Fiore. Nel nostro logo c’è la tavola pitagorica dell’antico tempio di Hera Lacinia, come simbolo della scuola pitagorica, e i cerchi trinitari di Liber Figurarum di Gioacchino da Fiore, che Dante Alighieri ha utilizzato per descrivere la divinità nel paradiso. Ci sono radici culturali profonde nell’esperienza della nostra associazione, una grande idealità di cui vogliamo rendere partecipe la comunità.

In termini di azioni concrete come avete tradotto queste radici e l’idealità che vi caratterizza?

Abbiamo voluto realizzare numerosi incontri a partire dalle scuole superiori, perché il termine Paideia ha una radice greca che nell’accezione originaria assume il significato di «educazione», ed in Grecia di “formazione umana”. Per queste ragioni abbiamo ritenuto che il nostro principale destinatario fosse il mondo dei giovani, per il quale collaborare allo sviluppo della conoscenza e del sapere. Siamo stati gli unici a portare a Crotone, nel 2007, un Vicedirettore e professore emerito di fisica della Scuola Normale Superiore di Pisa, Il professor Lorenzo Foà, poi abbiamo coinvolto molti docenti della Federico II, dell’UNICAL, università della Calabria e altri. Questa per noi è stata l’impostazione primaria. Poi a questo si aggiunge l’aspetto di difesa dei diritti primari della persona, riconosciuti nella tutela della vita, della salute e dell’ambiente, scendendo in campo per quattro anni, insieme ad associazioni ambientaliste, per delle battaglie contro la costruzione di discariche e degli inceneritori, un problema molto sentito dalla popolazione. Qui a Crotone, infatti, c’è una triste realtà da questo punto di vista.

Puoi parlarmene un po', quali battaglie avete sostenuto?

Per comprendere dobbiamo fare un piccolo passo indietro nella storia e tornare agli anni Trenta quando qui vennero costruite due fabbriche che si occupavano della produzione di pannelli di zinco e di fertilizzante. Quindi Crotone nasce come unica esperienza industriale chimica e metallurgica pesante, qui in Calabria dove non c’era nulla. Questa volontà era legata alla creazione dei bacini idrici della Sila: le dighe producevano corrente elettrica a bassissimo costo e la vicinanza del porto ha attratto degli imprenditori del Nord, che avevano il sostegno delle banche; la Comit e l’industria della Bastogi, crearono per la prima volta nel nostro territorio un polo industriale. Crotone era denominata la Stalingrado del Sud, dopo quasi ottant’anni di attività industriale gestita in modo discutibile, ci hanno restituito un’emergenza ambientale molto pesante. Del resto, anche della ricchezza è stata portata in quel periodo questo va riconosciuto: nei periodi di massima produzione trovavi 5-6 mila addetti alla produzione, oltre a numerosi altri operatori che giravano attorno all’industria, un’economia florida che ha conosciuto anche un incremento demografico e urbanistico. Alla fine degli anni Novanta con la chiusura delle fabbriche il deserto e i danni. Invece di operare seriamente una bonifica del territorio, hanno portato inceneritori, centrali biomasse, come se non bastasse, in un contesto in cui facciamo i conti con una grave emergenza sanitaria, associata a quella ambientale. Noi siamo scesi in piazza, riunendo venti associazioni nella Chiesa di San Domenico, abbiamo raccolto dodici mila firme, mandando avanti una battaglia serrata che è durata quattro anni. Volevamo informare la popolazione e renderla consapevole della pericolosità di questi strumenti come gli inceneritori, considerato che da noi ce ne sono sette. Un caso unico il nostro, siamo la Cernobyl d’Italia.

Un'altra questione a noi vicina è quella della sanità allo sbando. Avevamo un ospedale nato negli anni Settanta con 950 posti, ridotto ad una portata massima di duecento posti, incapace di far fronte a tutte le necessità dei nostri luoghi. Ogni famiglia qui può contare al proprio interno un malato o un morto di tumore, è assurdo e la risposta sanitaria è del tutto insufficiente. Anche su questo vorremmo lavorare.

Come Circolo un anno e mezzo fa abbiamo sottoscritto una convenzione con il Comune di Crotone, perché vogliamo far candidare la città, con il comune della provincia e con San Giovanni in fiore, a capitale italiana della cultura nel 2028. Un impegno che non è solo di carattere culturale, ma volto a coinvolgere la popolazione in un progetto di rinascita e di presa di coscienza di un bagaglio millenario di cui la città è portatrice, provando a rimettere in luce quello che di valore e di ideale ancora esiste in questo territorio. Anche con la sede siamo abbastanza centrali, vicino il liceo umanistico “Vincenzo Gravina” e la cittadella studentesca con gli altri istituti superiori, un luogo ideale per le nostre attività.

Con l’Assessorato alla cultura stiamo lanciando un altro progetto, trattando l’argomento della filosofia e delle scienze pitagoriche in chiave moderna, attraverso dei webinar con docenti che vengono da varie università. Poi organizziamo lezioni nei licei, con astrofisici, pedagogisti, ecc.

Oltre a quello a cui accennavi, il legame con le Acli come lo vivete?

Oltre al legame con il Presidente Provinciale di Crotone, ci siamo affiliati alle Acli intorno al 2021 e ci siamo avvicinati al tema della pace, come bene supremo dell’umanità, un paio di anni fa con Mons. Tonino Staglianò, che presiede la Pontificia Accademia Lateranense. Pace che deve essere intesa come azione giornaliera dello Spirito Santo. Una fede a favore dei poveri e dei lavoratori, la fratellanza e la solidarietà nei confronti dei nostri fratelli immigrati, sono tutti aspetti che ci legano profondamente alle Acli.