Paolo Guaschi è il presidente del Circolo Acli Marcignago a Pavia e ce lo racconta così:
Il Circolo è ubicato nella campagna pavese che aveva, un anno fa, circa 1.500 abitanti e oggi 2.400, un piccolo nucleo, che nel tempo è un po' cresciuto. Rispetto a quello che abbiamo potuto ricostruire la nostra realtà nasce nel 1967, in locali attigui all’oratorio. Rispetto a ciò che si ricorda qui nel Paese, le Acli nascono per volontà del vecchio parroco, affinché adulti e giovani, in uscita dall’oratorio, potessero avere a disposizione un locale dove potersi trovare e sviluppare un senso di comunità stando insieme. Il locale è sempre stato provvisto di un bar, quindi, con i requisiti per la somministrazione di cibi e bevande. Sostanzialmente è sempre stato un luogo inclusivo, dove offrire l’occasione per relazionarsi e passare del tempo, che fosse in qualche modo collegato all’ambiente cattolico.
Il Circolo ha conosciuto una continuità dal giorno della sua nascita, resistendo anche alla parentesi del covid, tant’è che oggi è considerato da tutti un punto di riferimento essenziale per il Paese. Questo aspetto non è di poco conto, non trovando nel territorio altri spazi simili in grado di accogliere sia persone anziane, sia ragazzi. Molte delle attività di svago e del tempo libero delle persone di qui ruota attorno al nostro Circolo.
Il bar è aperto e svolgiamo attività in collaborazione con l’oratorio per l’organizzazione delle sagre, piuttosto che il torneo serale di calcio, inoltre organizziamo feste o iniziative specifiche, utilizzando il nostro cortile, che si presta ad accogliere diverse persone, però lo dividiamo con l’oratorio. Qualche anno fa si organizzava sempre una festa con l’obiettivo di raccogliere dei fondi per l’istituto di oncologia pediatrica di Pavia, insieme ad altre associazioni e si collaborava. Stiamo cercando di dare continuità anche a questo. Poi non mancano, in perfetto spirito aggregativo, le partite che trasmettiamo in video, qui da noi, nel cortile.
Ricordi dei momenti di passaggio del vostro Circolo, che hanno portato dei cambiamenti?
Abbiamo attraversato qualche momento di crisi importante durante il covid, ma questo suppongo sia stato, in quel frangente, un problema che ha riguardato tutti i circoli. Abbiamo chiuso per un periodo, ma successivamente abbiamo ripreso senza interruzioni. Il paese, piuttosto negli ultimi anni è stato destinatario di un consistente flusso migratorio, proveniente dalle periferie di Milano, e questo ha trasformato il tessuto sociale del territorio. Stando dentro questa trasformazione, il nostro Circolo ha accolto le nuove necessità, diventando un punto di riferimento per i nuovi abitanti. Noi siamo stati un veicolo importante per conoscere il paese ed incontrare altre persone, promuovendo un percorso di integrazione per i nuovi arrivati. Ci viene riconosciuto il fatto di essere aperti a tutti, senza alcun limite e distinzione.
Un’attività che vi caratterizza in modo particolare?
Siamo Acli nella misura in cui portiamo avanti comportamenti di ispirazione cattolica, con la collaborazione del provinciale abbiamo aperto da poco uno sportello lavoro, presso la sede del nostro Circolo. Un volontario dei nostri si è messo a disposizione per garantire l’apertura almeno una volta alla settimana, raccoglie le richieste delle persone, le supporta nella stesura dei curriculum. Il volontario è un pensionato che nel suo lavoro passato aveva acquisito delle competenze in ambito delle risorse dle personale e poi ha frequentato dei corsi di approfondimento al provinciale per prepararsi ad affrontare questo compito al meglio. Le Acli provinciali ci hanno proposto anche l’apertura di uno sportello salute, ma non siamo ancora riusciti a trovare un volontario da impiegare in questa attività.
Abbiamo anche delle ottime collaborazioni anche con l’amministrazione comunale e con la proloco, le altre uniche realtà che esistono nel paese, per svolgere le attività.