Il Circolo Acli Castiglion Fosco (PERUGIA): Aggregazione e tradizione, attorno ad un distributore di benzina.
Siamo in provincia di Perugia, nello storico paese di origini medievali abbarbicato in cima alla collina, la sede naturale del Circolo Acli Castiglion Fosco. Il circolo, che può vantare una lunga tradizione in questo territorio, condivide il proprio nome con quello del paese ed è diventato nel tempo il punto di riferimento della sua comunità. Attraverso la collaborazione e l’energia dei soci, le iniziative promosse hanno contribuito a preservare la memoria e l’identità di questi luoghi, salvaguardando i beni comuni e le risorse locali, un patrimonio che rischiava di essere disperso.
Ripercorriamo alcune tappe importanti della storia e della vita del circolo insieme a Domenico Marchetti, di adozione romana, attuale presidente. Insieme a lui, a condividere una testimonianza sul circolo, Ezio Grelli, che ha ricoperto l’incarico di presidente per ben quindici anni, per poi diventare consigliere provinciale delle Acli Perugia.
Ezio il vostro è un circolo storico. Guardando indietro quale tracce avete delle sue origini?
Proprio di recente, scartabellando nell’archivio della parrocchia ho trovato un riferimento alle Acli che risale al 1952. La data si rintraccia in un resoconto dell’epoca, uno di quei documenti scritti a mano che il Parroco redigeva sulla vita del paese. Il testo riporta le informazioni riguardo una riunione che avvenne all’epoca, convocando le Associazioni del paese (le Confraternite, l’Azione cattolica, la Società filarmonica e le Acli) per un confronto con il Parroco del tempo che proveniva da Perugia. Il documento riporta, inoltre, che nel 1950, in seguito al Giubileo, questo Parroco, molto attivo, si reco a Roma per svolgere con dei parrocchiani una serie di attività. Da questa spinta evidentemente è nato il circolo, proprio dall’attivismo di un Parroco che si è fatto promotore in un momento storico in cui un ruolo importante lo aveva la Democrazia Cristiana. Questo testimonia l’esistenza delle Acli a Castiglion Fosco fin dal dopoguerra e si parla della condivisione di una struttura, di una sede in comune con la società Filarmonica. Successivamente, negli anni ’70 circa, questa sede viene ceduta in esclusiva al circolo Acli che diventa autonomo, con uno spazio indipendente. Le attività prevalenti riguardavano piccole feste in occasione delle ricorrenze religiose. I locali dapprima fatiscenti diventano via, via, più grandi ed accoglienti, grazie al contributo effettivo delle braccia dei propri iscritti, che hanno lavorato sulla struttura per renderla sempre più grande, funzionale e, più di recente completamente rispondente alla normativa più stringente. Mi sono ripromesso di approfondire questa parte della storia e trovare delle fonti attendibili sulle origini del circolo; è un lavoro necessario anche per comprendere meglio la storia del nostro paese.
Queste documentazioni, comunque, ci fanno ritenere che il nostro sia il circolo fra i più vecchi della provincia e probabilmente anche fra i più grandi.
Riguardo ad oggi, Domenico come descrivereste il vostro circolo, quali attività svolgete?
Allo stato attuale in numero dei soci si attesta attorno ai 180, con una variazione sempre tra i 150 e i 200 soci. Basti pensare che gli abitanti del paese non superano gli 800 abitati nell’insieme. Il nostro circolo si sia trasformato nel fulcro del paese, un luogo di ritrovo dove si svolge molta della vita della comunità. Siamo una presenza costante, uno spazio con bar aperto tutto l’anno e per quasi tutta la settimana (chiudiamo solo un giorno ed è stata una decisione recente), con due dipendenti che si alternano per la gestione del bar. Fino agli anni ’90 il circolo si è occupato principalmente di organizzare feste su per i soci, oppure in occasione di alcune ricorrenze religiose, ma solo nel 2000 ha fatto il salto inaugurando la prima edizione di una festa di paese, una sagra della durata di diversi giorni. Inizialmente aveva come obiettivo l’autofinanziamento per la gestione del circolo, dopo si è trasformata in una ricorrenza importante per tutto il paese. Il successo di questa iniziativa, riproposta negli anni a seguire, è stato inaspettato. Le presenze sono andate aumentando ogni anno, dando l’opportunità al nostro paese di essere conosciuto anche al di fuori. Di questo dobbiamo essere grati anche ad alcuni giovani soci che gestiscono per il circolo la pagina facebook, instragram, il sito web in cui pubblicizziamo le nostre attività.
Abbiamo anche gestito un campo da tennis in erba sintetica (dagli anni ’90 fino al 2010) e qui c’era il Tennis Club Castiglion Fosco dell’US Acli. Abbiamo in concessione una parte dell’area verde in cui questo campo da tennis è ubicato e all’interno dello spazio abbiamo costruito uno stand molto grande, con la cucina attrezzata, che utilizziamo per la festa del paese e che offriamo ai soci per l’organizzazione di feste, matrimoni, compleanni ecc. Adesso del campo da tennis non ce ne occupiamo più, avrebbe bisogno di parecchia manutenzione, ma pensiamo alla possibilità di trasformarlo in un centro per il padel.
Avete una caratteristica che vi distingue da altri circoli Acli?
Abbiamo avuto e abbiamo tuttora in gestione un distributore di benzina, una cosa un po' particolare. Pensiamo che occuparsi di questa pompa di benzina sia stata una conquista del paese degli anni ’80. Si trova al centro del paese, una collocazione strategica che però creava qualche problema per la sicurezza dei cittadini. Il circolo ha intrapreso una battaglia per tenere aperto questo distributore, al fianco del Sindaco, dal momento che rappresenta un servizio importante per la collettività, non avendo altri distributori nelle immediate vicinanze.
Lo gestiamo per conto terzi, non è di nostra proprietà, tuttavia è legato ad una organizzazione degli orari che ci ha sempre richiesto un coordinamento ed uno sforzo maggiore. Adesso è diventato self service e comunque ci occupiamo della manutenzione e degli aspetti legati alla misurazione, che va fatta periodicamente. Inoltre, dobbiamo compilare il registro carburante tutti i giorni. Una gestione diretta per un circolo, con tutte le necessità imposte dalla burocrazia, sarebbe davvero impossibile. Ma continuare ad occuparcene, sebbene non sia di nostra proprietà, ci sembra una cosa importante per le persone che vivono qui.
Quali altre attività impegnano il circolo?
Facciamo accordi con il comune per altre attività come corsi di cucito, con l’obiettivo di favorire l’integrazione delle donne straniere. Hanno prodotto un arazzo di molteplici colori con l’unione delle parti cucite da ciascuna partecipante, un’esperienza molto bella. Abbiamo organizzato anche un incontro con i produttori locali di olio e abbiamo creato l’occasione di stare insieme e avvicinare le persone. Nel nostro territorio vive un gruppo nutrito di stranieri e il nostro impegno è, in particolare, quello di lavorare per promuovere l’integrazione di queste persone. In passato, ad esempio, abbiamo accolto un rifugiato somalo, fuggito dalla guerra, e lo abbiamo assunto per la gestione del bar. Questa opportunità gli ha consentito di rifarsi una vita qui e crescere dei figli. Un’altra storica attività che ci ha visti coinvolti per anni è stata la gara di enduro, delle motociclette. Abbiamo dovuto interrompere a causa degli aspetti gestionali difficili da sostenere. Adesso sappiamo che qualcuno nei dintorni la sta organizzando al nostro posto.
Il direttivo decide le attività da svolgere su impulso delle Acli provinciali, oppure del Comune, i soci partecipano alla realizzazione ma non sono molto propositivi riguardo iniziative nuove. Nel Direttivo circa la metà dei soci sono al di sotto dei trent’anni e questo ci offre una bella marcia in più.
Quale valore riconoscete alla vostra esperienza?
L’aggregazione che siamo stati capaci di generare nel tempo con il circolo pensiamo fermamente che abbia salvato il nostro paese dallo sgretolarsi. Siamo riusciti a mantenere l’ufficio postale, la farmacia, poi il distributore, la chiesa restaurata con un parroco che almeno la domenica è presente, un negozio di generi alimentari. Abbiamo perso solo le scuole (resta la materna) siamo arrabbiati per questo, ma abbiamo combattuto e il resto ce lo siamo tenuti. I giovani che sono nel paese, piuttosto che andare a Perugia, si fermano da noi e questo non è di poco conto, considerato il problema della natalità e dello spopolamento di piccoli centri come il nostro, dove i giovani tendono ad andare via.
Siamo stati capaci di assumerci dei rischi insieme, avviando attività anche senza avere il paracadute o le idee del tutto chiare, ma lo spirito di squadra e la capacità di tollerare la fatica non sono mai mancati, anche di fronte alle prove del covid. Il nostro motto è sempre stato “l’impegno divertendosi” perché, se non ci metti passione e non trovi un modo per dare supporto agli altri rendendolo piacevole, non è sostenibile a lungo.
In che cosa siete vi sentite più Acli?
L’accoglienza e il dialogo con le persone sono gli ingredienti essenziali dell’essere Acli, quelli in cui ci riconosciamo. La convivenza e il legame con chi è diverso da noi: questo è molto delle Acli. Sapersi confrontare civilmente e potersi esprimere liberamente su tutto, questa apertura caratterizza il nostro circolo come casa delle Acli. Ecco siamo entrati al circolo oggi ed erano insieme ragazzini di dodici anni con anziani di circa ottant’anni, senza preclusione. Noi vogliamo continuare ad essere questo luogo per tutti.