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Redazione 2

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Circolo Acli Oscar Romero di Ciserano (BG): Un circolo sotto il cappello dell'incontro tra le tre grandi religioni che riscopre il lavoro

Il circolo Acli Mons Romero di Ciserano (BG). 

Chiacchierata con Franco Moro e Aldo Donzelli in occasione della Giornata Nazionale dei Promotori Sociali del Patronato Acli. 

Il circolo Acli di Ciserano, è nato negli anni 60, da qualche parte abbiamo foto delle manifestazioni del primo maggio di quegli anni, foto di piazza… C’era già un altro circolo Acli a Zingonia, nel quartiere operaio, ce n’erano altri a Ciserano, Verdellino, Boltiere... Poi sono state fatte scelte pubbliche che hanno portato a tante discussioni... è stata fatta l’ipotesi di una scuola unica a Zingonia, per tutti. La gente ha rifiutato e se lo ricordano ancora tutti, la “rivoluzione dei banchi” con tutti i genitori con i banchi in testa, che li riportano da dove sono arrivati. A ripensarci adesso, a distanza di anni, chissà cosa sarebbe stato se la storia fosse andata diversamente…ma, vista a quei tempi, la proposta sicuramente non andava bene. I palazzoni di Zingonia erano un fatto speculativo, accettare di svuotare i paesi per spostarsi lì voleva dire snaturare tutto il territorio. Di 5 comuni esistenti se ne voleva fare uno unico, invece si è raggiunto il contrario, in fondo oggi ognuno dei Paesi ha il suo “quartiere Zingonia”. In questo periodo il circolo è andato avanti, con fasi vive e fasi un po’ silenti…

Voi quindi siete presidente e vicepresidente del circolo?

Beh, in realtà io non sono più vicepresidente, da qualche settimana. Mi sono appena dimesso e abbiamo eletto una nuova vicepresidente, che è la ragazza che sta terminando il suo servizio civile presso di noi e che, tra le altre cose, è musulmana

Una vicepresidente donna, giovane e musulmana? Interessante, ci sono stati tanti anni di dibattito su questo in tanti momenti formativi Acli… ma forse oggi anche la Chiesa è cambiata…Anche altre associazioni cristiane stanno facendo nascere opportunità di accoglienza di persone da altre religioni…

 

Devo dire che la domanda di se fosse lecito o meno non ce la siamo proprio posti, per noi è stata una cosa naturale e di senso. Ci sono già state varie presidenti donne del circolo e poi la comune radice di Abramo tra le grandi religioni è uno degli assi portanti per noi, da sempre e anche ultimamente abbiamo riproposto un percorso di approfondimento su questo. E con l’esperienza di Molte fedi provinciale, la riflessione su questo è molto avanzata. Inoltre ci ha molto colpito perché, quando è arrivata, ha voluto molto approfondire tutti gli aspetti, seriamente, non ha avuto un arrivo alla leggera. Poi abbiamo condiviso un anno e oggi che è molto attiva e che sta finendo il servizio civile è venuto naturale farle questa proposta e lei e tutti l’hanno accettata molto volentieri. 

Cosa ha portato alla rinascita come circolo, dopo la fase un po’ “silente”? 

Eravamo tutti ragazzi dell’Oratorio, c’è stato un cambio del curato, che era quello che ci aveva un po’ formato a tutti noi, siamo entrati un po’ in contrasto con la parrocchia e ci siamo posti il problema: cosa facciamo?  Eravamo stati formati alla sensibilità sociale, alla continuità dell’azione, ci siamo posti la domanda su come proseguire la nostra formazione al sociale, da lì è nata l’idea di fare le Acli. 

E perché proprio le Acli? Come le avevate conosciute? 

Io da ragazzo ero metalmeccanico, le vedevo le Acli, quando facevamo le manifestazioni, un gruppo sparuto di bandiere bianche in un mare di bandiere rosse. Erano pochi, ma erano sempre presenti. Non conoscevo bene cosa facevano ma il primo aggancio è arrivato da lì. Poi siamo andati a parlare con il provinciale e abbiamo fatto un percorso formativo con loro, questo ha aiutato a valutare la compatibilità…


Quali sono state le principali iniziative?   

Beh, negli anni c’è stato davvero un po’ di tutto! Per esempio il Progetto Abraham è stata una bella cosa ed è un filo conduttore che torna, nel tempo.  Visto che eravamo in zona di piena immigrazione, siamo partiti con il progetto MOPL, Movimento primo lavoro, poi abbiamo fondato la cooperativa sociale 19 luglio che è stata banco di prova per la nascita dei centri di aggregazione giovanile in provinciale di Bergamo. Ci sono pubblicazioni in giro su questo in cui siamo citati. Io ero il presidente della cooperativa, perché come presidente anche del circolo davo più garanzia morale di indirizzo unitario. A cavallo tra circolo e cooperativa è nato il progetto “Abraham, unica fede per tre popoli”, siamo stati tra i primi a livello italiano, è venuto anche il presidente nazionale di quel periodo, Franco Passuello, a visitarci. E’ stata un’esperienza che abbiamo realizzato con il contributo di Regione Lombardia e provincia di Bergamo e con un mutuo nostro, come cooperativa, da più di 1 miliardo. L’iniziativa prevedeva la costruzione di appartamenti che poi, in parte, sarebbero stati assegnati in affitto e alcuni appartamenti che sarebbero stati assegnati a persone in difficoltà. Inizialmente l’accoglienza doveva essere temporanea, poi però ci siamo resi conto che serviva stabilità e abbiamo assegnato a famiglie per tempi un filo maggiore. Siamo andati avanti fino a che l’iniziativa ha retto. Poi, in quello che oggi si chiamerebbe housing sociale, sono entrate cooperative da tutta Italia, con gestione folle dei costi e noi nella nostra dimensione non reggevamo più. Si rischiava di perdere tutto, allora abbiamo scelto la fusione con un’altra cooperativa “Lavorare insieme”, sempre nata da MOPL, che poi era andata più in autonomia, come è anche normale per le cooperative: ci sono bilanci, decisioni da prendere, risposte da dare… non sempre è compatibile con le modalità di discussione associativa… Ci siamo fusi con loro. ma abbiamo mantenuto i rapporti, ad esempio la giornata di apertura dell’anno sociale 3 anni fa’, l’abbiamo fatta lì. 

Ci sono stati periodi più faticosi, come circolo, oltre che come cooperativa? 

Negli anni a cavallo tra il 2000 e 2015 c’è stato un po’ un tenere acceso il lumicino che magari non vedeva tanta prospettiva, ma che è stato ciò che poi ci ha permesso di rilanciare e passare il testimone. In parte eravamo in una fase di vita per cui le famiglie chiedevano più attenzione, in parte non mi ero trovato tanto in linea su alcune scelte delle Acli Nazionali… ma il circolo comunque andava avanti, sono state fatte iniziative sulla messa in rete dei bisogni delle famiglie, in quegli anni, uno psicologo veniva e raccoglieva argomenti che poi si rilanciavano in uno spazio comune. Erano iniziative che giravano attorno anche alle famiglie dell’oratorio… Le nostre icone in quel periodo erano persone come Monsignor Romero…

Poi cosa è successo? Oggi in che fase siete? 

Poi ci siamo riscoperti un po’ la L di Acli e abbiamo aperto gli sportelli lavoro e da lì il circolo è ripartito. Nel periodo covid facevamo iniziative online, io lo odiavo, mi vergognavo a stare in video… ma per tenere legato il Paese abbiamo intervistato il sindaco, il parroco, le associazioni, abbiamo provato a raccontare quello che eravamo, era un modo per sentire che c’eravamo ancora, come Paese... Abbiamo provato a mantenere una certa socialità… 

Siamo ripartiti con la rete lavoroAbbiamo aderito subito perché il lavoro era una delle “grazie” delle Acli, ci è venuto logico. Siamo partiti con l’idea di aiutare a fare il Cv. Subito ci siamo accorti che il CV per le persone che venivano era l’ultimo dei problemi. Arrivavano persone con tantissimi problemi, con storie complicate, con famiglie sfasciate.... Noi abbiamo avuto la fortuna di trovare una Assistente Sociale molto sensibile e abbiamo creato una rete con lei e con la San Vincenzo, il centro di ascolto Caritas. Abbiamo iniziato ad affrontare assieme i problemi che emergevano, nascosti dietro la richiesta di CV o di lavoro e quindi abbiamo iniziato a creare tirocini di inserimento sociale. 

Nel concreto succede che le persone vanno alla San Vincenzo, che distribuisce pacchi e quando prendono il pacco le persone della San Vincenzo chiedono “Hai un lavoro? No? Allora vai alle Acli a fare il CV”. E le persone arrivano e raccontando la storia, per fare il CV, emerge di tutto: casa, bollette… e con queste richieste noi siamo andati a prendere contatto con l’Assistente Sociale, per capire cosa anche il Comune può fare.  Mettendo insieme le forze si sono create borse lavoro.


Come si sono trovati i soldi per le borse lavoro? 

 

In parte dalla San Vincenzo o da altri, a cui abbiamo chiesto, in parte sono autofinanziate con iniziative come lo spiedo solidale, i pranzi, il primo maggio… Ciò che ha funzionato è stata la rete. Anche la San Vincenzo aveva l’esigenza di uscire dallo “schema pacco” e quindi hanno avuto piacere a cofinanziare alcune cose con noi, anche la Caritas. 

Chi sta allo sportello? Dove è il collegamento con i promotori sociali? 

Allo sportello siamo in 4. Come provinciale si è deciso di non dividerci in categorie: Promotori sociali e Volontari Acli, ma di tenere assieme tutti i volontari che agiscono volontariamente. Quindi noi siamo qui come Promotori, in base a questo lavoro volontario che facciamo con gli sportelli lavoro. Per fare i tirocini siamo andati in giro per il territorio, abbiamo preso contatto con le aziende. Ad un certo punto ci siamo resi conto che per alcuni ruoli c’erano più offerte che domande di lavoro, che non avevamo operai specializzati per ciò che le aziende cercavano. Allora abbiamo proposto alle aziende di investire sulla formazione e loro hanno visto che preferivano assumere una persona fidata e formata da loro stessi, all’interno, piuttosto che continuare a cercare persone che non trovavano o che poi non restavano. Sulla formazione ci ha aiutato Enaip e siamo anche stati fortunati, il primo incontro in una ditta di Zingonia ha fatto partire il primo tirocinio, da quel primo che è andato a buon fine ne sono venuti poi altri 6, alcuni anche 55enni che poi sono stati assunti. 

Così facendo vi siete assunti una bella responsabilità, come circolo, perché tutto si basava sul segnalare una persona “fidata”…

Si, ci siamo presi una responsabilità. Ma prendersi responsabilità è il mestiere delle Acli. Che è anche la responsabilità di non segnalare tutti. In alcune situazioni, per certi ruoli, abbiamo detto: questa persona non possiamo inviarla, perché non è ancora pronta… Ma non è andato sempre bene. Il primo CV è andato male. E’ stata una esperienza forte per noi, ce l’abbiamo appeso in sede quel CV. Era una persona rumena, dormiva in macchina, si è presentato con una completa sfiducia, ci abbiamo messo tempo a costruire un contatto reale. Ad un certo punto è emerso che io ero stato nel Paese da cui proveniva, questo ha fatto scattare un rapporto. Da lì si è costruito, quando i documenti per il tirocinio lavorativo erano pronti, lui è stato ricoverato in ospedale ed in pochissimo tempo è morto. Per noi è stata una botta. La sua storia, il nostro fallimento, il prendere consapevolezza di un caso di solitudine estrema, in un Paese come il nostro… 

Prendere contatto con solitudine estrema, rendersi conto che non sempre si riesce…

No, non sempre si riesce a risolvere, le botte restano, ma si continua a farsi interpellare da quello che succede. Tramite la San Vincenzo siamo venuti a sapere di una famiglia rom non mandava più la figlia a scuola perché, seppur giovanissima, era promessa sposa e per loro non poteva andare a scuola… E’ stato uno shock culturale per noi. Ci abbiamo anche lavorato sul tema dello shock culturale, di come, di fronte a certe cose che ti spiazzano, c’è bisogno di non giudicare, di comprendere che esistono culture diverse con valori diversi, ma anche di provare a fare qualcosa… 

Da lì è nata l’idea della scuola parentale, in cui però gli insegnanti non potevano essere i parenti, perché i parenti erano analfabeti. Abbiamo trovato una insegnante, che in quel momento non insegnava e che si è resa disponibile e che li ha accompagnati fino all’esame di terza media. 

Dopo questo primo caso l’Assistente Sociale ci ha segnalato altri ragazzi con problemi di apprendimento e che non riuscivano a rientrare in progetti consolidati. Abbiamo iniziato con un paio di ragazze universitarie, adesso sono in 8. Siamo andati con loro a Barbiana, a visitare la scuola e conoscere la storia di don Milani, per cui dopo abbiamo deciso di chiamare “I care” questa nostra iniziativa di sostegno scuola. 

Quanti siete oggi, a fare il circolo, a mettere in piedi tutte queste cose e a seguirle… 

Tesserati formali saremo un centinaio… perché alcuni arrivano da persone che fanno la tessera per usufruire dei servizi, presso la sede provinciale e poi, per competenza territoriale, ci vengono proposti… Su questo va sistemato un po’ il tempismo, per poterli contattare in tempi rapidi e fare una proposta di partecipazione… Di tesserati come persone che si tesserano direttamente da noi, perché conoscono il circolo, saremo una 50ina. Che ci diamo da fare con continuità saremo una decina, persone su cui contare anche per cose varie, una 20ina… Prevalentemente siamo nella fascia 40-50 anni. Poi ci sono gli universitari, i servizi civili che restano… 

Adesso abbiamo anche ripreso in mano il discorso condominio solidale. Abbiamo fatto una convenzione, sullo spirito del vecchio progetto Abraham, con la cooperativa Lavorare insieme (trovando massima disponibilità). Loro avevano ancora il patrimonio immobiliare che era arrivato dalla fusione della nostra cooperativa, che era qualcosa che era fuori dal loro specifico di lavoro ed era in una zona in cui non erano direttamente presenti. In questi appartamenti sono state inserite persone con una sorta di housing sociale. C’è una persona (che abbiamo trovato dallo sportello lavoro) che ha avuto con noi il tirocinio solidale ma che aveva bisogno di una casa. Le è stata assegnata questa casa, ma da sola faceva un po’ fatica a gestire la vita quotidiana… allora abbiamo trovato un’altra persona (sempre dallo sportello lavoro) per andare a fare le pulizie, ma non fa solo le pulizie, mentre va, dà un occhio un po’ a tante cose… Un’altra persona l’abbiamo conosciuta facendo una raviolata e parlando si raccontava della necessità di qualcuno che passasse a dare un occhio ed una mano ad alcune situazioni e si è proposta: “vengo io” e così due volte settimana passa… La cooperativa gestisce gli appartamenti, gli affitti etc. Il circolo si fa carico di alcuni costi e della regia di alcuni aiuti, più o meno formalizzati… Adesso abbiamo appena ospitato una donna che viene da un altro Paese e che ha 4 figli e l’abbiamo conosciuta tramite il figlio maggiore, che ora è maggiorenne e con cui abbiamo attivato un tirocinio… Il nostro ruolo è di far fronte, con una rete di volontari, a far funzionare il condominio e ad essere sentinelle. 

Visto che siete una realtà molto consapevole dei vostri processi… vi chiedo, in base alla vostra esperienza, cosa può fare una sede provinciale o regionale o nazionale per supportare realtà come la vostra? 

Beh, come avrai capito ascoltando, tutto dipende dalle persone. Le cose si fanno se ci sono persone che vogliono farle. Quindi la prima cosa che si può fare è cercare persone che vogliono fare ed entrarci in contatto. E poi, anche come provinciale, non essere solo una struttura. La cosa che per noi è stata bella ed importante è stato, con la rete lavoro del provinciale, non avere a che fare solo con una struttura, ma con una persona. Quando c’è qualcuno che ti parla, ti chiama, che tiene a mente le storie, che ti sta al fianco… Questo crea qualcosa di diverso…

E cosa può fare un circolo, dove magari le persone e le energie sono poche… 

Tenere sempre aperti gli occhi. Stare sempre alla finestra. Noi ad un certo punto siamo andati a finire nella pubblica piazza. L’ex edicola del Paese ha cessato le attività ed è restata sfitta questa stanza, di 18mq, che era proprietà del panificio a fianco. Noi non abbiamo mai avuto una sede vera e propria, ad un certo punto ci siamo detti: non abbiamo disponibilità, diciamo al massimo 300 euro l’anno, ma proviamo ad andarci? Quando abbiamo raccontato chi eravamo e cosa volevamo fare ce l’hanno data gratis. Eravamo in piazza. C’era sempre qualcuno che passava a fare qualcosa o a chiedere qualcosa. Da lì abbiamo capito che c’era ancora da fare e il Paese ha capito che le Acli c’erano ancora. Da lì sono nate le iniziative successive… la cosa importante è tenere gli occhi aperti e costruire relazioni. All’inizio fare con gli altri chiede più tempo, ma poi si crea un tessuto e con ognuno che ci mette un pezzetto, si riesce a fare molto molto più che da soli. E’ un po’ la storia di Emmaus, tu vai, cammini, poi le cose succedono mentre cammini… Serve anche un po’ credere alla presenza dello Spirito, noi l’abbiamo sperimentato mille volte, la Provvidenza esiste! E poi serve non aver paura di fallire. Si cerca di fare del proprio meglio, ma non sempre va bene e non si risolve mai tutto. 

Cercando il circolo di Ciserano su Azione Sociale si può vedere una serie di attività dell’ultimo periodo… 

Riviste e Newsletter agli associati

Siamo a conoscenza delle seguenti newsletter territoriali agli associati, probabilmente non tutte attualmente in attività. Si invita a segnalare eventuali errori e/o integrazioni: 

Acli Campania

Acli Lombardia

Acli Marche

Acli Piemonte

Acli Trentino Alto Adige

 

Acli Ancona

Acli Bari 

Acli Bergamo

Acli Bologna 

Acli Brescia 

Acli Catania 

Acli Como 

Acli Cremona

Acli Firenze

Acli Foggia

Acli Grosseto

Acli Macerata

Acli Rimini

Acli Roma 

Acli Siena 

Acli Sondrio

Acli Treviso

Acli Varese

Acli Venezia 

Acli Verona

Acli Vicenza 

 

Circolo Acli Novate Milanese (Milano Monza Brianza)

Circolo Acli Ciserano (Bergamo)

Circolo Mi girano le ruote aps (Salerno)

Circolo Acli Nembro (Bergamo) 

 

E delle seguenti riviste cartacee: 

Acli Trentino Alto Adige 

Acli Varese

Acli Svizzera 

Acli Sardegna

Acli Mantova 

Acli Cuneo 

 

 

 

Circoli Acli da più di 70anni

Quanti e dove sono i circoli con più di 70anni? 
Ringraziamo chi da più tempo è Acli e segnaliamoci correzioni e integrazioni...

N. NOME  COMUNE PROVINCIA  REGIONE  ANNO DI NASCITA  NEL 2024
1 Acli Paolo Cifrino Aps Prepezzano  Salerno Campania 1951 73
2 Acli Bologna  Bologna  Bologna  Emilia Romagna  1945 79
3 Acli ferrara Ferrara  Ferrara  Emilia Romagna  1945 79
4 Acli Modena  Modena  Modena  Emilia Romagna  1945 79
5 Circolo Acli San Giuliano Aps Rimini Rimini Emilia Romagna  1945 79
6 Circolo Acli Rapallo  Rapallo  Genova  Liguria 1946 78
7 Circolo di Lovere  Bergamo  Bergamo  Lombardia  1949 75
8 Circolo Acli Cristo Re  Brescia  Brescia  Lombardia 1947 77
9 Circolo Acli Chiari  Chiari  Brescia  Lombardia 1948 76
10 Acli Como  Como  Como  Lombardia  1945 79
11 Acli Cremona  Cremona  Cremona  Lombardia  1945 79
12 Circolo Acli Olginate Olginate   Lecco  Lombardia 1947 77
13 Circolo Acli  Dervio  Lecco  Lombardia  1946 78
14 Circolo Acli San Giuseppe  Casalpusterlengo Lodi Lombardia 1948 76
15 Circolo Acli Lambrate - Giovanni Bianchi  Milano  Milano  Lombardia  1948 76
16 Circolo Acli Meda  Meda Milano Lombardia 1946 78
17 Circolo Acli Caleppio Aps Settala  Milano Lombardia 1946 78
18 Circolo Acli Giordano Colombo Cernusco sul Naviglio  Milano Lombardia 1946 78
19 Circolo Acli Pratocentenario  Milano  Milano Lombardia 1946 78
20 Circolo Acli di Muggiò  Milano Milano  Lombardia 1947 77
21 Circolo Acli G. Fanin  Milano  Milano  Lombardia 1949 75
22 Circolo Acli  Corsico Milano  lombardia 1948 76
23 Circolo Acli Limito di Pioltello Pioltello  Milano  Lombardia  1949 75
24 Circolo Acli  Abbiategrasso Milano  Lombardia  1949 75
25 Circolo Acli di Cassano  Cassano d'Adda Milano  Lombardia  1949 75
26 Circolo Acli di Talamona  Talamona Sondrio  Lombardia 1952 72
27 Circolo Achille Grandi  Gallarate  Varese Lombardia 1945 79
28 Circolo Acli Sant'Angelo  Senigallia  Ancona  Marche  1949 75
29 Circolo Acli Pio XII  Urbania Pesaro Urbino  Marche 1945 79
30 Circolo Acli G. Toniolo  Orciano  Pesaro Urbino  Marche 1952 72
31 Circolo Acli San Giorgio  Pesaro Pesaro Urbino  Marche 1948 76
32 Circolo Acli Carignano  Pesaro  Pesaro Urbino  Marche  1946 78
33 Circolo Acli Canavaccio Urbino  Pesaro Urbino  Marche  1946 78
34 Circolo Acli di Novilara  Pesaro Pesaro Urbino  Marche  1946 78
35 Circolo Acli di S. Angelo in Vado  S. Angelo in Vado  Pesaro Urbino  Marche  1946 78
36 Circolo Acli G. Burrai  Cuccurano  Cuccurano  Pesaro Urbino  Marche  1946 78
37 Circolo Acli Montemontanaro Montemontanaro  Pesaro Urbino  Marche  1946 78
38 Circolo Acli Petriano  Petriano Pesaro Urbino  Marche  1946 78
39 Circolo Acli di S. Andrea in Villis S. Andrea in Villis  Pesaro Urbino  Marche  1947 77
40 Circolo Acli di Saltara  Saltara Pesaro Urbino  Marche  1947 77
41 Circolo Acli Reforzate Sant'Ippolito Pesaro Urbino  Marche  1948 76
42 Circolo Acli di Stacciola  Pesaro Pesaro Urbino  Marche  1949 75
43 Circolo Acli di Mercatale  Mercatale  Pesaro Urbino  Marche  1950 74
44 Circolo Acli di S. Vito sul Cesano Pesaro Pesaro Urbino  Marche  1950 74
45 Circolo Acli Candelara  Candelara  Pesaro Urbino  Marche  1952 72
46 Circolo Acli Don Nello Ligi  Pesaro Pesaro Urbino  Marche  1952 72
47 Circolo Acli G. Toniolo  Pesaro Pesaro Urbino  Marche  1952 72
48 Circolo Acli Mons. Biagiarelli  Pesaro  Pesaro Urbino  Marche  1952 72
49 Circolo Acli Montebello  Montebello  Pesaro Urbino  Marche  1952 72
50 Circolo Acli San Giorgio di Pesaro San Giorgio  Pesaro Urbino  Marche  1952 72
51 Circolo Acli Cagli Cagli  Pesaro Urbino  Marche  1952 72
52 Circolo Acli Cerasa  Cerasa Pesaro Urbino  Marche  1954 70
53 Acli Novara  Novara  Novara  Piemonte  1945 79
54 Acli Foggia  Foggia Foggia Puglia 1947 77
55 Circolo Acli di Castellaneta  Castellaneta  Taranto  Puglia 1951 71
56 Circolo Acli  Martina Franca  Taranto  Puglia  1945 79
57 Circolo Acli di Sava Giovanni Paolo II Sava  Taranto  Puglia  1954 70
58 Acli Sassari  Sassari  Sassari  Sardegna  1946 78
59 Circolo Acli Igino Ralli  San Leo  Arezzo  Toscana  1948 76
60 Acli Arezzo  Arezzo Arezzo  toscana 1945 79
61 Circolo San Leo  Arezzo  Arezzo  Toscana 1949 75
62 Circolo Acli San  Vito  San Vito  Lucca  Toscana  1947 77
63 Acli Pistoia  Pistoia  Pistoia  toscana 1945 79
64 Acli Trento  Trento  Trento  Trentino A. A. 1946 78
65 Circolo Acli di Gardolo 1948 Gardolo  Trento  Trentino A.A. 1948 76
66 Circolo Acli Mirano  Mirano  Venezia  Veneto 1952 72
67 Circolo Martellago  Martellago  Venezia  Veneto 1949 75
68 Circolo Acli Pietro Roversi  Bassano del Grappa Vicenza  Veneto  1945 79
69 Circolo Acli di Cornuda Treviso  Treviso  Veneto 1949 75
70 Circolo Acli di Susegana  Treviso  Treviso  Veneto 1949 75
71 Circolo Acli Bizzozzero Bizzozzero Varese Veneto  1950 74
72 Circolo Acli Arcisate  Arcisate Varese Veneto  1946 78
73 Circolo Acli Azzate  Azzate Varese Veneto  1953 71
74 Circolo Acli Bisuschio Bisuschio Varese Veneto  1948 76
75 Circolo Acli Cavagnano  Cavagnano Varese Veneto  1947 77
76 Circolo Acli Gavirate  Gavirate Varese Veneto  1950 74
77 Circolo Acli Induno Olona  Induno Olona Varese Veneto  1950 74
78 Circolo Acli Morazzone  Morazzone  Varese Veneto  1950 74
79 Circolo Acli Curiglia  Curiglia Varese Veneto  1951 71
80 Circolo Acli Angera Angera Varese Veneto  1949 75
81 Circolo Acli Tradate  Tradate Varese Veneto  1950 74
82 Circolo Acli Caronno Varesino  Varesino  Varese Veneto  1952 72
83 Circolo Acli Venegono Superiore  Venegono Superiore  Varese Veneto  1950 74
84 Circolo Acli Venegono Inferiore  Venegono Inferiore Varese Veneto  1950 74
85 Circolo Acli Gallarate  Gallarate  Varese Veneto  1945 79
86 Circolo Acli Cardano al Campo  Cardano al Campo  Varese Veneto  1950 74
87 Circolo Acli Casorate Sempione  Casorate Sempione  Varese Veneto  1947 77
88 Circolo Acli Ferno  Ferno Varese Veneto  1950 74
89 Circolo Acli Orago Orago  Varese Veneto  1949 75
90 Circolo Acli Samarate  Samarate Varese Veneto  1950 74
91 Circolo Acli San Macario  San Macario  Varese Veneto  1947 77
92 Circolo Acli Somma Lombardo  Somma Lombardo  Varese Veneto  1949 75
93 Circolo Acli Busto A. "L. Morelli"  Busto A.  Varese Veneto  1950 74
94 Circolo Acli Busto A. "SS. Apostoli"  Busto A.  Varese Veneto  1949 75
95 Circolo Acli Castellanza  Castellanza  Varese Veneto  1950 74
96 Circolo Acli Saronno  Saronno  Varese Veneto  1946 78
97 Circolo Acli Cislago  Cislago  Varese Veneto  1951 71
98 Circolo Acli Uboldo  Uboldo  Varese Veneto  1949 75

Il Circolo Acli FuckCancer Choir (Alessandria) - Il coro di chi lotta contro il cancro

Il Circolo ACLI FuckCancer Choir è il coro di chi lotta contro il cancro, formato da pazienti oncologici, alcuni dei loro familiari, insieme ad operatori sanitari e diretto da Stefania Crivellari. Una realtà canora creativa e benefica, attiva su tutto il territorio della provincia di Alessandria (e non solo), con esibizioni ed iniziative volte principalmente alla raccolta di fondi da destinare alla ricerca medica sulle patologie neoplastiche complesse, come il mesotelioma e il melanoma. Il progetto nasce nell’autunno del 2019, con il desiderio di trasmettere un messaggio di energia, forza e coraggio, coniugando l’arte con il concetto più ampio di "cura", affinché sia possibile condividere e superare quei momenti difficili che i malati oncologici attraversano lungo il loro percorso. Stefania è una biologa, appassionata di canto fin da bambina, quando faceva parte del coro di voci bianche della Val d’Aosta da cui proviene. Questo amore di Stefania per il canto e il desiderio di fare qualcosa per gli altri hanno incontrato la spinta di Federica Grosso, oncologa e collega, animata dalla ricerca di attività a favore dei malati oncologici che andassero oltre le mura ospedaliere. Il gioco è fatto: nasce il coro di FuckCancer Choir.   

Stefania Crivellari, ad oggi presidente del Circolo Acli, dialoga con noi e ci racconta gli sviluppi di quella che all’inizio era solo una proposta:  

Intanto, perché fra tante possibilità proprio il nome "Fuckcancer choir"?

Scegliere di far parte di un coro per noi vuol dire andare incontro agli altri, stare insieme per condividere un’idea, un percorso comune, trasmettere alle parole un significato di conforto, di speranza e di futuro. Eppure quello che più ci premeva è stato, sin da subito, comunicare con forza un messaggio di ribellione, di coraggio e determinazione che si opponesse alla paura e alla sofferenza. Quale miglior modo per fare questo se non optare per un nome forte e inequivocabile come questo? Quando l’ho proposto si sono tutti entusiasmati e nessuno ha pensato di proporre alternative. Ci siamo sentiti tutti rappresentati, senza preoccuparci se questa scelta avrebbe comportato delle difficoltà in futuro.

Quali sono state le attività iniziali di questa avventura? 

Tra i partecipanti al coro quasi nessuno ha un’esperienza canora alle spalle, ma l’intesa è stata molto forte da subito e ancora è in evoluzione. Abbiamo costruito un primo repertorio per poterci esibire e nel 2019 abbiamo partecipato alla seconda edizione del concerto di beneficenza "Sulle Note della Ricerca", organizzata dalla Lega Italiana Lotta Tumori di Alessandria. Abbiamo organizzato le successive edizioni del concerto, fino alla quinta edizione che risale al novembre del 2023. Nel 2020 abbiamo sostenuto con un concerto la candidatura della Chiesa di Gardella di Alessandria come Luogo del Cuore del FAI (Fondo per l'Ambiente Italiano). Ci esibiamo con delle magliette rosse e il nostro logo. Siamo entrati in piena pandemia nel 2020 e questo ha stravolto i nostri piani e dato una forte battuta di arresto alle attività. Nonostante il lockdown, in quel periodo abbiamo registrato a distanza un brano cantato insieme alla giovane cantante campana Cassandra Capasso ed è stato realizzato un featuring con l’Orchestra Casadei del brano “Ciao Mare”.

Nonostante la pandemia avete tenuto duro, immaginando come proseguire questo percorso. Cosa è successo? 

Quel periodo è stato terribile, non potersi esibire, convogliare la nostra energia positiva e condividerla con gli altri dal vivo. L’esperienza vissuta insieme seppur breve ha dato modo però al gruppo di consolidarsi e di sperimentare gli effetti benefici del canto corale, sulla mente e sul corpo. Ciascun componente, compreso il personale sanitario coinvolto, ha percepito il valore di questo impegno, avvertendo la necessità di un ulteriore passo in avanti. Potevamo offrire un contributo più ampio, supportando economicamente organizzazioni, fondazioni che si occupano di ricerca e andare incontro alle condizioni specifiche di alcune famiglie costrette a sostenere le ingenti spese derivanti dalle cure per patologie rare di cui sono affetti i propri cari. Dal 2019 ci eravamo fatti conoscere sul territorio e potevamo vantare di una certa credibilità, con i nostri concerti di beneficenza avremmo potuto raccogliere il necessario da donare o reinvestire in progetti di utilità sociali. Quindi decidiamo di strutturarci, di darci una configurazione diversa e diventiamo associazione (anche per poter pensare a nuovi progetti futuri): è così che incontriamo le ACLI nel 2021.  

In seguito quali altre opportunità vi si sono presentate? 

Nel frattempo si è definito meglio il nostro repertorio, spaziando tra i grandi successi della musica italiana, da Massimo Ranieri, Little Tony, Ricchi e Poveri, Raffaella Carrà, Rita Pavone a Tananai, Diodato, La Rappresentante di Lista e altri, con alcuni brani in lingua inglese. 

Dopo la pandemia, la nostra grande entrata in scena ha coinciso, nel 2021, con l’orgogliosa esibizione alla celebrazione dell'anniversario del Parco Eternot di Casale Monferrato, organizzato dall'Associazione Familiari Vittime Amianto (AFeVA). Successivamente, nel 2023, abbiamo vinto il Premio “Vivaio Eternot”, assegnato a enti che si distinguono per l’impegno nella lotta all’amianto.

Un’altra grande emozione l’abbiamo vissuta nel 2022 quando siamo stati ricevuti in udienza da Papa Francesco, occasione in cui abbiamo avuto l’onore di incontrarlo e di cantare in Piazza San Pietro. Il Papa ha avuto per noi parole meravigliose, apprezzando il modo speciale in cui uniamo la tenerezza alle cure. In un simile contesto le nostre magliette e la “sfrontatezza” diciamo così del nostro logo ha suscitato qualche malumore in giro, ma il Papa ci ha accolto con gioia e questo è stato il nostro più grande regalo.

Oltre all’attività concertistica, abbiamo portato in scena un musical inedito dal titolo “Essere Umani”, che narra delle storie di ciascuno del gruppo, facendo riflettere, divertire ed emozionare il pubblico, generando consapevolezza su questi difficili temi. Condiviso con gli altri il peso della malattia e delle sperienze diverse è più leggero e la musica ha uno scopo terapeutico. Tutti insieme, in un momento di svago, siamo più forti per affrontare le future battaglie.

Nel corso di questi anni di attività, abbiamo sostenuto diverse realtà impegnate nella ricerca scientifica, tra cui l’Italian Sarcoma Group, la Lega Italiana Lotta Tumori (LILT), l’Associazione Tumori Toracici Rari, la Fondazione GasliniInsieme, l’Unione Genitori Italiani contro il tumore dei bambini, l’Associazione Malati di Melanoma e molte altre.

Altri progetti che hai tralasciato di raccontare?

Siamo conosciuti e apprezzati nel territorio (svolgiamo delle attività anche fuori regione) per le nostre doti canore, allora abbiamo deciso di uscire un po' dai confini per cimentarci in un’attività di scrittura, mettendo nero su bianco la nostra esperienza di vita e di coro. “Spiegami questa strada” è il titolo del libro del FuckCancer Choir, scritto dai coristi nel 2022. Questo ci ha permesso di rivivere in modo autentico e senza filtri le difficoltà affrontate, ma anche gli slanci di coraggio, attraversando i diversi sguardi insieme: quello dell’operatore sanitario, del paziente, dei familiari. Le strade sono le nostre, ogni vita ha percorso un cammino ma le strade sono anche quelle che si sono incrociate grazie alla musica e al canto dando vita ad un percorso nuovo. Questo è stato un modo per conoscerci meglio ma anche per spingere a chi vive la medesima esperienza a raccontarla.

C’è qualche questione o tema che più nello specifico vi sta a cuore? 

Certo, la questione della prevenzione ci è molto cara e un aspetto determinante e spesso trascurato e la lotta inizia a partire dai piccoli gesti di prevenzione che possono salvare delle vite. Un’altra causa che ci coinvolge è quella della lotta all’amianto e a i suoi effetti devastanti. Nel nostro territorio questa è una realtà nota e vissuta sulla pelle di tante famiglie che hanno visto morire i propri cari per patologie correlate all’amianto, ancora oggi il tasso di mortalità attribuito all’Eternit è elevatissimo. Questa battaglia ci lega alla nostra comunità, ragion per cui la vittoria del premio “vivaio Eternot” è per noi significativa. Il parco Eternot è stato bonificato per accogliere le piante di “Davidia” (l’albero dei fazzoletti), i cui fiori ricordano i fazzoletti usati per asciugare le lacrime versate per la perdita delle persone care scomparse a causa dell’amianto. Un gesto simbolico che suscita emozione. Al nostro gruppo è stata regalata una di queste piante e noi la coltiviamo.    

Voi siete, oggi, anche formalmente, un circolo Acli. Come siete arrivati? Che cosa pensate di avere in comune?

Siamo arrivati alle Acli in modo inconsapevole. Io conoscevo le Acli perché usufruivo dei servizi ad Alessandria. Mi ero sempre trovata bene, avevo un contatto e ho provato a raccontare dei nostri progetti e di quello che intendevamo fare come associazione. Volevamo una casa dove stare questo sì, in modo da avere anche l’opportunità di essere maggiormente visibili e raccogliere i fondi necessari alla nostra causa. Ci hanno ascoltato ed è iniziato un rapporto finchè...eccoci qua. 

Ci riconosciamo molto nei valori Acli della solidarietà e dell’impegno al sociale, un’affinità che esprimiamo in quello che facciamo quotidianamente.

Siamo all’incirca vent’uno soci e più o meno sei ulteriori volontari, che ci supportano dal punto di vista organizzativo e anche con la logistica e il trasporto della strumentazione necessaria al coro. Sono preziosi questi volontari, non so se avete idea di quanto pesano gli strumenti! Puntiamo ad allargarci.

Le Acli provinciali. hanno tenuto il rapporto con questa esperienza sempre tramite me, ma la novità adesso è stata la creazione di un gruppo whatsApp che raggruppa tutti i circoli ACli del territorio. Può sembrare una cosa marginale ma questadea ha fatto la differenza. In quello spazio virtuale c’è la possibilità di confrontarsi, di vedere ciò che fanno gli altri e chissà, con il tempo, anche di conoscerci meglio e fare cose assieme: in fondo siamo un circolo ancora giovane!

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