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Azione Sociale - Acli - Martedì, 30 Aprile 2024

Francia: Maria Chiara Prodi riconfermata Presidente delle Acli

 

Il 20 aprile u.s., al termine di una giornata di dibattiti, si è concluso il Congresso delle Acli France ed è stata rieletta la presidente Maria Chiara Prodi.

Maria Chiara è anche Vicesegretaria Generale Europa e Africa del Nord del Consiglio generale degli italiani all’estero. Lavora come Direttrice della Maison de l’Italie presso la Cité internationale universitaire de Paris.

In questo secondo mandato alla Presidenza, sono state confermate le cariche di Vice Presidente nazionale per Salvatore Tabone e di Segretario generale per Raffaele Fiore, mentre la carica di tesoriera è stata affidata a Mara Favia e Valentina Piccoli è stata indicata come consigliere della FAI.

Il Congresso è stato presieduto da Raffaele De Leo, ex Direttore del Patronato Acli Francia.

Scambiamo due chiacchiere con Maria Chiara:

1.   Quale è lo spirito che hai ora nel rivestire questo ruolo rispetto a quando hai iniziato il primo mandato?

Quando sono stata eletta non potevo prevedere i tanti avvenimenti che hanno ostacolato la vita di una realtà associativa che si fonda sull’incontro e sul confronto.  Prima ancora della pandemia, in Francia, abbiamo avuto le manifestazioni dei gilets jaunes, quelle contro la riforma delle pensioni. I primi ricordi sono legati alle tante iniziative che sono state annullate e I progetti … che non si potevano progettare. Ma guardando ad allora con gli occhi di oggi, vedo anche che i progetti che volevamo già lanciare nel 2019, come « promotori sociali », nasceranno nel 2024 con una forza ancora maggiore, e che tutte le frustrazioni per il non poterci vedere, le abbiamo trasformate nella creazione del nostro portale aclifrance.fr che ci rende ancora più visibili, in realtà, in tutte quelle aree geografiche in cui non siamo ancora presenti, ma con le quali possiamo creare nuove reti proprio grazie ai mezzi informatici e organizzativi ai quali ci siamo formati in questi anni, volenti o nolenti.

Devo anche confessare che venendo dall’associazionismo puro e purissimo, comprendere e sposare la logica di sistema delle Acli non è stato facile. Oggi non solo la capisco, ma sono convinta che sia necessario fare ampi forzi per spiegare il nostro sistema e rivendicare l’osmosi tra attività diverse, alcune professionali, altre volontarie, perché adattarsi ai bisogni, rilevarli insieme, cercare soluzioni, è un’urgenza democratica primaria.

Quale pensi siano o continuino ad essere le priorità di questo mandato? O credi che nel tempo alcune priorità in Francia, siano diventate necessarie e alle quali bisogna porre maggiore attenzione?

In un mondo che vuole raccontarsi solo un’emigrazione qualificata, di successo, il nostro impegno deve essere costantemente indirizzato a tessere tra pezzi diversi di comunità. Mi verrebbe da dire direttamente « tessere comunità » perché l’emigrazione contemporanea può benissimo bastare a se stessa : alla propria bolla sociodemografica, alla propria onda migratoria, alla propria generazione, al paese di residenza.

Ma quando un fenomeno continua ad avere le percentuali di crescita che ha l’emigrazione italiana, non è possibile limitarsi a registrare la situazione, fischiettando. O lasciare che si cristallizzi una retorica autoassolutoria per chi parte e per chi resta. Abbiamo il dovere di creare reti, di dare la parola (e di ascoltarla), di sforzarci per tenere insieme una comunità civile che è composta ormai da quasi il 10% di cittadini in emigrazione.

Per la Francia poi, come in tanti paesi, abbiamo una sfida geografica e generazionale. Storici presidi devono essere affiancati a nuove proposte per un’emigrazione che è molto più diffusa nell’Esagono rispetto ai primi anni dell’associazionismo.

Spero poi che avremo ancora più l’occasione di creare collegamenti con le realtà cristiane, migratorie e associative francesi, perché solo la risonanza tra comunità ed ecosistemi che perseguono gli stessi obiettivi ci permetterà di affrontare le sfide che le nostre democrazie, il nostro pianeta, hanno di fronte.

Come dico sempre, le ACLI sono un’associazione generalista, intergenerazionale e internazionale.
In questo mondo di particolarismi spetta a noi, con l’energia di una fede gioiosa e nell’esperienza di una fraternità feconda, tenere alta la fiamma della solidarietà.