Riflettere attorno all’idea di un’animazione “praticabile” dentro le comunità ed a supporto della rigenerazione dei circoli è il presupposto da cui prende spunto l’incontro del 6 luglio, spazio attorno al quale si sono riunite alcune delle voci delle Acli provinciali di Bergamo, Napoli, Pisa, Milano, Brindisi,
Trento, Firenze. E’ il terzo appuntamento di un ciclo di incontri che vede coinvolte anche le Acli di Ascoli Piceno. Un percorso comune, finalizzato allo scambio ed al confronto di esperienze e punti di vista; un piccolo “osservatorio” territoriale, da accrescere ed alimentare con altri, che prende forma nel lavoro quotidiano delle Acli.
“Le speranze di cambiamento sono legate alla nostra capacità di allestire contesti in grado di ri-orientare l’immaginario delle persone. Operazione realizzabile soltanto a partire dal fronteggiamento di problemi quotidiani intorno ai quali è possibile aprire spazi di riflessione sul senso”: così scriveva Gino Mazzoli in uno ormai datato supplemento della rivista “Azione sociale”. Il riferimento resta valido, se ci si vuole confrontare sul come le Acli oggi costruiscono partecipazione e azione sociale nel concreto e quali prospettive assume questo compito in un prossimo futuro. Trasformare il modo di agire socialmente per renderlo incisivo, fare rete con altri, animare la comunità intercettando e coinvolgendo le energie disponibili richiede di ritrovarsi in qualche posto per cercare insieme delle risposte, delle strade.
Abbiamo provato ad allestire e curare questo posto.
Dalla riflessione emergono alcune caratteristiche distintive di un’animazione “praticabile” per le Acli e nelle Acli:
- una animazione che si attiva su concetti/oggetti concreti;
- una animazione che nasce da una proposta semplice ed afferrabile (che possa essere facilmente compresa dagli altri);
- una animazione che è in contatto stretto con il proprio luogo/contesto che è (per definizione) diverso da altri e che esprime proprie necessità e potenzialità;
- una animazione che possa essere raccontata in modo diretto e immediato;
- una animazione che crei contesti riflessivi, mediante i quali l’esperienza viene rimessa in circolo e rilanciata con nuove idee e forme.
L’animazione di comunità, declinata nelle sue specifiche, può quindi essere uno dei modi possibili, non il solo, in cui si esprime l'azione sociale Acli sul territorio. Ma l'animazione di comunità può essere un modo con cui tradurre e accompagnare l’azione sociale delle Acli delle realtà territoriali. Sembra un cortociurcuito, ma forse invece è un'intuizione utile.
Ripartiamo dal mettere a tema la realtà. Come stanno i circoli? Cosa stanno promuovendo in termini di azione sociale? Cosa hanno provato (e stanno provando) a mettere in campo i provinciali per supportare l'azione sociale dei circoli (temi, approcci, modalità, strumenti...). Questa la domanda di partenza che ha guidato lo scambio.
Tra le prime modalità emerse:
- Investire nella figura dell’animatore (anche professionalmente) attraverso percorsi formativi e loro attivazione nei circoli;
- Diffondere la cultura dell’animazione come stile e misurarsi con l’approccio
- Mettere a tema l’uso degli spazi;
- Accompagnamento a percorsi di piccole imprenditorialità sociali
- Poortare il servizio civile direttamente nei circoli;
- Sostenere attività aggregative dei circoli mediante la messa a bando di iniziative con fondi provinciali e/o del cinque per mille per accrescere la capacità di azione e orientare temi e modalità di interesse
- allestire incontri tematici e di formazione per dirigenti di circolo
- Riproporre momenti di festa e rilancio del tesseramento Acli ed incentivare la libera organizzazione di festAcli
- coinvolgere i presidenti di circolo in attività di coordinamento di specifiche azioni trasversali tra circoli
- valorizzare le esperienze di zona (formalizzate o meno)
- incentivare la comunicazione del provinciale con i circoli e tra circoli: newsletter che rilancino le attività svolte da tutti, comunicazioni organizzative via mail ma anche chat con i presidenti e con gli interessati.
- Incentivare la collaborare fra circoli o con il provinciale con proposte che rientrino in un "cartello comune": ad esempio una rassegna cinamatografica o tematica o una campagna comune come contro il gioco d'azzardo.
- Rilanciare la vocazione territoriale del circolo e la costruzione di relazioni e reti con gli altri soggetti del territorio
- Guardare ai circoli come ad un insieme di specificità e provare a ricostruire strumenti di lettura della realtà e approcci diversificati all'azione.
Le strategie e le soluzioni si diversificano anche in base alle caratteristiche e alla dimensione territoriale.
Come qualcuno faceva notare alle volte, pur in presenza di risorse, energie e persone disponibili, il percorso di rigenerazione dei circoli e lo sviluppo dell’azione sociale ha a che vedere soprattutto con un’attitudine ad animarsi. Spunto di riflessione da riprendere nei successivi incontri.